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Rosalina Neri: “Io cacciata dalla Rai perché scandalizzavo. Sosia di Marilyn Monroe? Mi ha danneggiata”

Rosalina Neri cacciata dalla Rai, l’intervista a ‘Io Donna’

Rosalina Neri: “Io cacciata dalla Rai perché scandalizzavo. Sosia di Marilyn Monroe? Mi ha danneggiata”. L’attrice 92enne, ai tempi sosia di Marilyn Monroe, torna al cinema con I predatori, ne parla in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di ‘Io Donna’.

Rosalina, dopo aver studiato recitazione e canto lirico, la sua carriera comincia in televisione negli anni ’50 come la sosia italiana di Marilyn Monroe. Quanto l’ha danneggiata questo paragone?
“Moltissimo. Tutti mi vedevano come un’imitazione di Marilyn mentre io ero molto di più. All’epoca l’associazione “vamp uguale oca” era all’ordine del giorno, e tutti infatti pensavano fossi una cretina. Alla Rai ho iniziato a lavorare grazie al mitico Marcello Marchesi. Durò qualche anno e poi mi cacciarono”.

Come mai?
“Per i dirigenti dell’epoca scandalizzavo troppo i telespettatori. Secondo loro le mie scollature erano troppo audaci ma esageravano. Certo, all’epoca ero 55 di vita e 90 di seno, ma non ho mai esposto le mie grazie con volgarità. Anche per questo me ne andai a Londra a fare spettacoli”.

A metà anni 50 incontra l’uomo della sua vita: Jack Hylton. Direttore d’orchestra, produttore musicale, discografico e miliardario, imparentato con la dinastia di albergatori.
“Il più grande amore della mia vita. Abitavamo a Londra, al numero 3 di Savile Row, la stessa casa dove anni prima viveva la famosa Lady Hamilton, l’amante dell’ammiraglio Nelson. E dove, nel 1970, i Beatles suonarono il concerto sul tetto nel famosissimo video. Ho abitato lì per quasi dieci anni”.

Rosalina Neri cacciata dalla Rai: il racconto

[…] È vero che a New York, un giorno a caso, si è ritrovata faccia a faccia proprio con la Monroe?
“Fu un momento indimenticabile. Io stavo uscendo da un locale, era quasi l’alba, mentre lei stava entrando. Ci incontrammo davanti alla porta d’ingresso. Stupefatta dalla rassomiglianza mi chiese «chi sei? come ti chiami?». Risposi «mi chiamo Rosalina», e Marilyn mi disse «Parlerò con mio marito (lo scrittore e sceneggiatore Arthur Miller, ndr.), sta scrivendo un copione e voglio che il mio personaggio si chiami come te». Qualche mese dopo andai a vedere Gli spostati di John Huston, l’ultimo film di Marilyn prima di morire, e il suo personaggio si chiamava proprio Roslyn”.

[…] Ha avuto successi teatrali e televisivi, ma nel cinema è stata una meteora: pochi film e nessuno diretto da un grande regista.
“Negli anni ’50 se volevi fare del cinema dovevi per forza stare a Roma. E a me non è mai piaciuta. Inoltre amavo di più stare in teatro. Ero molto amica però di alcuni registi. Fellini, per esempio, anche se non mi ha mai proposto un ruolo nonostante rientrassi nei suoi canoni estetici”.

[…] A 92 anni è ancora piena di energia e voglia di creare. Un amore, quello per lo spettacolo, che sembra non finire mai. Dove trova questa forza?
“Non lo so. Sono molto devota. Prego e questo mi aiuta a vivere e a creare, regalandomi una forza che non trovo nell’umanità”.

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