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Sabrina Paravicini: “Ho sentito il seno accartocciarsi ed è iniziato il calvario. Non avevo mai pianto tanto…”

Sabrina Paravicini e il seno colpito da un tumore, l’intervista a “Oggi è un altro giorno”

Sabrina Paravicini: “Ho sentito il seno accartocciarsi ed è iniziato il calvario. Non avevo mai pianto tanto…”. L’attrice racconta i suoi giorni di sofferenza dalla scoperta alle prime cure a “Oggi è un altro giorno”.

“Ho cominciato a stare male, è successo qualcosa una notte, alle 5:00 del mattino ho sentito come se il mio seno sinistro si accartocciasse, ho fatto un ecografia di controllo il giorno dopo, poi ho fatto una mammografia dopo due giorni ed era tutto a posto, ma ho cominciato a stare male, il seno diventava rosso…”.

La scoperta shock. “Mi sono quindi rivolta al Policlinico Umberto I di Roma, e mi hanno scoperto il tumore con una risonanza magnetica di contrasto. Oggi, grazie alla ricerca, e il mio libro sostiene la ricerca (il libro che racconta anche del figlio autistico ndr), il tasso di sopravvivenza è del 90%.

Sono stata convocata per leggere l’esame istologico, l’infermiera non mi aveva anticipato nulla al telefono: è stato scioccante quando me l’han detto anche perchè io ho precedenti in famiglia, mio padre è morto di tumore al cervello, all’epoca la diagnosi di tumore era ‘diagnosi morte’”, ha raccontato.

“È un qualcosa di cui tutti abbiamo paura ma speriamo non capiti mai, e quando te lo dicono è devastante. Ho fatto tutto da sola in questa prima parte, anche dopo in realtà, ma quando ho fatto la tac total body con un ago molto grosso, sono andata nel panico e mi sono messa a piangere, era la prima volta che piangevo, mi sono lasciata andare. Avevo già pianto un pochino a casa perchè avevo paura di morire, visto che mia zia è morta di tumore al seno 15 anni fa.

La mastectomia al seno, l’asportazione del seno, è stata la cosa più brutta e non l’ho ancora accettata. Io ho perso anche una sorella e da quando mi sono ammalata sono riuscita a lasciare andare questi lutti nel modo più giusto; non li avevo mai rimossi ne elaborati”.

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