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Francesco II di Borbone, il primo caso di fake news della storia d’Italia

Francesco II di Borbone, il primo caso di fake news della storia d’Italia viene a galla

Francesco II di Borbone, il primo caso di fake news della storia d’Italia. Le cronache della storia ci raccontano di un sovrano divenuto tale per caso, non all’altezza della situazione. Leggiamo che credeva ai fantasmi e il suo esercito ancora oggi si usa come metafora di qualcosa di esilarante più che militare. E invece è venuta alla luce una realtà diversa.

È di qualche giorno fa la notizia che l’ultimo Re di Napoli, è stato candidato alla beatificazione per le sue “virtù eroiche”. L’iter ora prevede un primo passaggio con l’apertura di un’inchiesta per “il Servo di Dio Francesco II delle Due Sicilie”. Subito dopo il Tribunale per le Cause dei Santi darà il via all’istruttoria, con gli interrogatori dei testimoni, da cui uscirà finalmente una verità ufficiale su un uomo raccontato dalla storia come una figura folkloristica, più che un sovrano.

Nello stesso servizio del Tg2 che ha dato la notizia della candidatura di Francesco II delle Due Sicilie alla beatificazione, il collega Enzo Romeo ci racconta una verità diversa: “Francesco II delle Due Sicilie regnò per più di un anno e mezzo poi nel 1861 la Storia lo travolse. Ma evito a Napoli gli orrori della guerra civile, spense i desideri di vendetta ed aiutò gli ex sudditi col suo patrimonio personale. Lo fece per alleviare le miserie del Meridione che pagava pegno all’unità d’Italia”.

La storia la scrivono i vincitori, si sa. Ma i vincitori di allora ci hanno tramandato quella che oggi definiamo  come  fake news. La prima della storia italiana, se consideriamo che l’unità è arrivata proprio con la caduta di Francesco II delle Due Sicilie nel 1861. Una bufala che, precisiamo, è stata già smentita nel corso degli ultimi anni dai movimenti identitari meridionali con una serie di studi e pubblicazioni.

E ora arriva la candidatura a Santo, che da un lato cancella le fake news sull’ultimo Re del Regno delle due Sicilie, e dall’altro lascia aperto uno squarcio sulla verità che conosciamo su tutti gli avvenimenti di quella annessione, a distanza di 160 anni.

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