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La cocaina non è doping: Wada modifica il Codice ma quei 18 mesi a Maradona…

La cocaina non è doping: l’agenzia mondiale anti-doping modifica il Codice

La cocaina non è doping: Wada modifica il Codice ma quei 18 mesi a Maradona…La cocaina non è più considerata sostanza dopante, lo ha deciso la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, secondo cui si tratta di «sostanze comunemente definite di abuso al di fuori del contesto sportivo». In sostanza, la cocaina, se assunta al di fuori del contesto sportivo, non migliora le prestazioni. Lo stesso vale per eroina, cannabis ed ecstasy.

L’agenzia mondiale antidoping ha quindi modificato il suo Codice rendendo lievissime le pene per chi viene trovato positivo alle sostanze di cui sopra. La Wada ha stabilito inoltre che nello sport agonistico è consentito l’uso entro un preciso confine temporale: le 23 e 59 del giorno precedente a «quello in cui l’atleta partecipa alla competizione» e poi da subito dopo «il controllo medico successivo alla competizione» fino alla gara successiva.

Chi assume stupefacenti prima o dopo quella fascia temporale (20 ore al massimo), e viene trovato positivo a una delle quattro sostanze d’abuso (cocaina, eroina, cannabis ed ecstasy) e ai loro derivati, se la cava con una squalifica simbolica che va dal minimo di uno a un massimo di tre mesi.

La cocaina non è doping: Wada modifica il Codice

In sintesi, se l’atleta dimostra di averle consumato coca o cannabis in un contesto al di fuori della competizione se la cava con tre mesi di stop. Pena ridottia a trenta giorni nei casi in cui l’atleta partecipi a un programma di rieducazione approvato dalla Wada stessa. Il nuovo regolamento è in vigore dal 1° gennaio scorso.

Fino al 31 dicembre scorso, la squalifica per chi veniva trovato positivo ad uno di queste quattro sostanze era esattamente uguale a chi invece assumeva medicinali per migliorare la prestazione: dai 2 ai 4 anni di stop. Diego Armando Maradona, ad esempio, pagò con 18 mesi di squalifica la positività alla cocaina dopo il match Napoli-Bari del 17 marzo 1991.

L’ex fuoriclasse argentino per anni si è dovuto difendere da attacchi e da accuse di doping. Maradona ha sempre sottolineato come il suo vizio facesse del male a se stesso e alla sua carriera, piuttosto che migliorare le prestazioni in campo. Giudicato e mai compreso, come ogni genio che si rispetti, il calciatore più grande di sempre è volato via poco prima di sapere quanto avesse ragione, dal punto di vista sportivo, ovviamente.

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