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Economia

Cartelle esattoriali, cancellazione, rottamazione e pace fiscale in arrivo: le novità nel nuovo Decreto

Cartelle esattoriali, cancellazione, rottamazione e pace fiscale in arrivo: le novità nel nuovo Decreto

Cartelle esattoriali, cancellazione, rottamazione e pace fiscale in arrivo: le novità nel nuovo Dpcm. Oltre 50 milioni di atti e cartelle esattoriali, pronte a partire all’indirizzo di milioni di italiani, potrebbero questa volta subire uno stop definitivo, almeno per la maggior parte di queste.

Secondo quanto riportato da italiaoggi.it, è in arrivo un maxi saldo e stralcio per le cartelle fino a 5 mila euro, a partire dal 2015, e la rottamazione per le altre senza calcolare interessi e sanzioni. Inoltre saranno cancellati i codici ateco per i ristori, che scompaiono anche come termine per lasciare spazio al sostentamento alle partite Iva.

Le novità, secondo il noto quotidiano economico giuridico, sono contenute nel nuovo Decreto in preparazione che probabilmente verrà approvato nei giorni seguenti al giuramento dei sottosegretari previsto per lunedì 29 febbraio. Ecco, dunque, la nuova pace fiscale che il governo si appresta a mettere in campo come prima mossa.

Cartelle esattoriali, cancellazione, rottamazione e pace fiscale in arrivo

Come riferisce ItaliaOggi, il tutto potrebbe partire dal mese di giugno e per questo, proprio per allineare il calendario della nuova rottamazione, sarà possibile una proroga del pagamento delle rate dei piani di rottamazione in essere di due mesi. Come detto, le cartelle interessate sono quelle emesse dal 2015, ma a differenza del saldo e stralcio del 2018, questa volta è più alto l’importo dei ruoli interessato all’annullamento delle cartelle: 5 mila euro.

Per quanto riguarda invece quelle di importo superiore, ci sarà una nuova forma di rottamazione con una dilazione delle rate su due anni, ma senza dover calcolare interessi e sanzioni, pagando dunque solo il valore della cartella per due anni. L’obiettivo è anche quello di alleggerire il lavoro dell’agenzia delle entrate-riscossione, schiacciata da un arretrato sulle cartelle di circa mille miliardi, cifra che probabilmente non entrerebbe mai nelle casse del Fisco con l’attuale situazione.

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