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Salute

Lockdown in Italia, meno 21% dei casi gravi di ansia o depressione con una piccola correzione ai Dpcm

Durante il lockdown in Italia, si sarebbero potuti evitare fino al 21% dei casi gravi di ansia o depressione

Lockdown in Italia, meno 21% dei casi gravi di ansia o depressione con una piccola correzione ai Dpcm. Se durante il lockdown dello scorso anno le persone avessero potuto mantenere gli stessi livelli di attività motoria, si sarebbero potuti evitare fino al 21% dei casi gravi di ansia o depressione.

È quanto emerge da una indagine denominata ‘Io conto 2020’. Si tratta di una ricerca condotta fra studenti e dipendenti delle università di Pisa, Firenze, Torino, Genova e Messina, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, coordinata dall’Università di Pisa.

Lo studio, spiega una nota, ha consentito di raccogliere informazioni relative allo stile di vita della popolazione universitaria durante il lockdown tra aprile e maggio 2020. Tramite un sondaggio online, a cui hanno partecipato 18.120 tra studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo delle università partecipanti, si è arrivati ad alcuni risultati, pubblicati su Plos One.

Lo studio riguarda l’analisi dei dati relativi al disagio psicologico dei partecipanti da cui è risultato che elevati livelli di ansia o depressione, erano presenti con maggiore frequenza fra gli studenti. L’indagine ha coinvolto partecipanti con un basso reddito e fra coloro che, durante il lockdown, hanno interrotto la pratica dell’attività fisica.

Rispetto a coloro che sono sempre stati inattivi, chi è riuscito a praticare con continuità attività fisica durante il lockdown, ha avuto un rischio ridotto del 20% di soffrire di ansia e depressione. Mentre chi ha interrotto la pratica dell’esercizio fisico ha avuto un rischio maggiore del 50%.

Gli autori del lavoro hanno appunto stimato che, se durante il lockdown si fossero potuti mantenere gli stessi livelli di attività fisica, si sarebbero potuti evitare fino al 21% dei casi gravi di ansia o depressione.

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