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Spettacolo

Achille Lauro: “È il mio ultimo album, poi stop. La mia vita è stata stravolta. Omaggio a Maradona? Vi spiego”

Achille Lauro e il suo ultimo album, l’annuncio in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’

Achille Lauro: “È il mio ultimo album, poi stop. La mia vita è stata stravolta. Omaggio a Maradona? Vi spiego”. Il cantante annuncia lo stop e spiega anche i motivi della decisione in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Lei dice che questo è il suo ultimo album. È vero?
«Sì, ma solo in parte. Non voglio pubblicare più niente per un po’. Ho bisogno che questo non sia solo uno tra i tanti progetti della mia carriera, ma un album definitivo. Non sarà l’ultimo ma sarà la fine di un lungo ciclo».

In copertina c’è il gioco dell’impiccato che ha come soluzione il suo nome. Perché?
«È un mio quadro su tela: mi piace anche dipingere! L’impiccato è un gioco che in qualche modo ha a che fare con la vita reale perché chiede di esplorare tutte le possibilità, di trovare una soluzione sensata senza sbagliare troppo. Lo fanno tutti i bambini».

Per questo motivo sul suo profilo Instagram ha rimosso tutte le foto, ricominciando con un video di lei da piccolo?
«La mia vita è stata stravolta totalmente, adesso ho 30 anni ma alla fine torno sempre lì, a quando ne avevo meno di 10. Erano i tempi del catechismo, di mia mamma che mi chiedeva di sorridere anche se non avevo nessuna voglia di farlo. Non sono mai stato un figlio molto spensierato».

Forse c’entrava anche il contesto: ha definito spesso il suo quartiere una fortezza e una prigione.
«Lo confermo, senza che sia un giudizio negativo. Sono cresciuto in un posto con tanta povertà. La sfortuna più grande però non era quella: era l’essere vicino al quartiere Trieste, pieno invece di ricchezza. Sono due zone divise solo da un ponte che attraversa il fiume Aniene: averlo davanti agli occhi rendeva ogni cosa più difficile. Dopo tutti questi anni posso dire che la periferia mi ha dato molto più di quello che mi ha tolto».

[…] Alla fine chi l’ha salvata da quella solitudine?
«Prima la scrittura, poi la musica».

Qualcuno dice invece che siano i soldi a fare la felicità.
«No, proprio no. Nel 2011 in “Il giorno del ringraziamento”, tra le primissime canzoni che ho scritto, dicevo ironicamente: “Certo che voglio essere milionario”, citando il quiz di Gerry Scotti. Mentre nel nuovo brano “Lauro”, che si intitola come l’album, dico il contrario: “Ed ora i milioni, Gerry, tienili per te”. Ho capito con il tempo che i soldi se non diventano mattoni, nel senso di progetti, sono solo un’illusione, numeri. Sono una calamita per chi se ne vuole approfittare. Ho imparato molto presto a difendermi e a investire quello che ho pensando al futuro».

[…] A proposito di libertà. In “Barrilete cosmico” c’è un chiaro omaggio a Diego Armando Maradona, spirito libero per eccellenza.
«Sì, è proprio il modo in cui veniva chiamato dai commentatori sportivi per sottolineare la sua imprevedibilità (“barrilete” in spagnolo significa aquilone, ndr). Sono da sempre ossessionato dai geni sregolati come lui. In “Rolls Royce”, che è stata tanto ingiustamente travisata, parlo dei molti miti della mia vita, con ironia e stima».

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