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Cronaca

Brusca chiede perdono, CorSera pubblica video: “Ho provocato tanto dolore, chiedo scusa”

Brusca chiede perdono, CorSera pubblica video: “Ho provocato tanto dolore, chiedo scusa”. L’ex killer di Totò Riina, scarcerato nei giorni scorsi dopo 25 anni di carcere, chiede perdono alle famiglie delle vittime. Lo fa attraverso un video registrato cinque anni fa, nell’ambito di una lunga intervista con il regista-documentarista francese Mosco Levi Bocault, che stava realizzando il film «Corleone», una produzione di Arte France e Zek, presentato al festival di Roma nel 2018.

Come mostrano le immagini che seguono, registrate in una sala colloqui del carcere romano di Rebibbia, l’esecutore materiale della strage di Capaci è completamente bardato per non essere riconoscibile, ma con la sua voce inconfondibile già tante volte ascoltata nei processi di mafia.

Brusca chiede perdono in un video

Come riporta CorSera, davanti alla telecamera Giovanni Brusca raccontò la sua affiliazione a Cosa nostra, i principi dell’organizzazione mafiosa, i delitti a cui ha assistito e quelli che ha commesso, compresi quelli per i quali è diventato famoso in tutto il mondo: l’eccidio in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, e l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santo Di Matteo.

Ma prima di cominciare a svelare i segreti di Cosa nostra e della sua vita di assassino e collaboratore di giustizia, Brusca volle fare una dichiarazione preliminare per chiedere perdono ai parenti delle tante vittime che ha sulla coscienza; e colse l’occasione per scusarsi anche con la donna che all’epoca era ancora sua moglie e con il figlio, per la doppia scelta che ha segnato la propria esistenza e quella della sua famiglia: prima mafioso e poi pentito.

Il video con la richiesta di perdono è finito agli atti del fascicolo del detenuto Brusca, per essere valutato dai giudici che nel tempo gli hanno accordato i permessi premio per uscire di tanto in tanto dal carcere, nonché i giorni di liberazione anticipata che spettano ai reclusi che mantengono una buona condotta, ma gli hanno negato la detenzione domiciliare, tenendolo in cella fine della pena. Arrivata due giorni fa.

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