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Noemi: “Metamorfosi? È partita in un preciso momento. In passato mi sono auto-sabotata”

Noemi: “Metamorfosi? È partita in un preciso momento. In passato mi sono auto-sabotata”. La cantante romana si racconta a cuore aperto ripercorrendo le tappe più significative della sua vita in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Nel disco, invece, parla di cambiamento. Da dove è partita la sua metamorfosi?
«Da una riflessione personale che il lockdown ha reso più profonda, perché quando capisci che qualcosa che non va, fa bene fermarsi un attimo. Il cambiamento l’ho trovato dentro di me. La mia metamorfosi non è ancora finita, ma sono uscita da una sensazione di torpore: non mi sentivo più dinamica e mi ero ripiegata su me stessa».

Anche a livello musicale?
«A livello mentale e poi anche nella musica. Ero fossilizzata sui miei suoni e avevo bisogno di nuove persone. Così sono andata in cerca di un vibe più contemporaneo e con un vocal coach ho dato nuovi colori alla mia voce».

Nel disco si parla anche del tagliare i fili. Con cosa?
«Con le vecchie abitudini e tutto ciò che manda fuori fuoco. Io non sono molto costante, mi annoio facilmente, ma sto cercando di diventare più pragmatica e presente per dare il giusto valore alle cose».

Noemi: “Metamorfosi? È partita in un preciso momento”

Li ha «tagliati» anche con i suoi precedenti manager, suo padre e sua sorella. Come mai?
«Collaborare con qualcuno che non è tuo papà permette di avere la giusta distanza perché quella persona può dare consigli in modo più obiettivo. L’affetto e la protezione di un genitore sono bellissimi ma a volte non aiutano. Io avevo bisogno di qualcuno che mi vedesse come una cantante. È stata una scelta che ho fatto per poter evolvere, assolutamente compresa».

La sua metamorfosi è stata anche fisica.
«A volte in passato mi sono auto-sabotata da sola. Pensavo che farmi vedere troppo carina potesse distrarre dalla musica, invece ho capito che il corpo può essere un ulteriore strumento per raccontare me stessa e ho iniziato a viverlo in modo diverso: essere donna, femminile, tornare in forma, è bello per me. E poi ero molto sportiva prima di ingrassare. Il nostro corpo, su cui vengono appiccicati tanti significati, è un dono che non deve farci sentire in difficoltà: il corpo come lo vogliamo, non per forza magro».

Le donne sono costantemente giudicate per l’aspetto fisico. Come lo si supera?
«Bisogna iniziare a fregarsene, se no diventiamo frustrate noi. Poi anche i commenti sul web non è che proprio li si debba leggere tutti, se ci facciamo scalfire da chiunque è un problema. Siamo forti e non frignone, ci sappiamo difendere».

Uno dei brani del disco si chiama «L’amore è pratica». Cos’ha capito finora dell’amore?
«Non ci capisco niente! Il testo ricorda che l’amore è un allenamento giornaliero. Nulla viene facile e la nostra generazione è un po’ viziata, tende a mollare alla prima difficoltà. Invece ci sono momenti in cui non tutto è fighissimo, ma si può trovare una soluzione insieme».

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