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Heather Parisi: “Italia non più Paese libero, meglio la Cina. Vaccini? Ho 4 domande da fare”

Heather Parisi: “Italia non più Paese libero, meglio la Cina. Vaccini? Ho 4 domande da fare”. L’ex ballerina statunitense senza peli sulla lingua a proposito di vaccini è non solo in una intervista a ‘La Verità’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Heather Parisi, grazie per la fiducia. Scatenata online sui vaccini, non concede facilmente interviste sul tema.
«Beh, il clima è da caccia alle streghe, sui mezzi mainstream italiani. Però aspetta: non ci daremo del lei, ti prego. Negli Stati Uniti si dà del tu anche al presidente».

Se la metti così Ti raggiungo via telefono a Hong Kong, ci vivi da 12 anni […] Un posto non esattamente facile. Che clima si respira?
«La situazione politica è complessa, e si sa. In tempo di Covid però vivere da queste parti è tutt’ altra cosa rispetto all’Italia. Il governo non ha mai avuto un atteggiamento aggressivo, o intimidatorio, verso di chi non si vaccina. C’è una convivenza tranquilla tra vaccinati e non vaccinati».

Dici che da noi è diverso?
«Gli amici italiani, le lettere e le email che ricevo quotidianamente, raccontano di un clima di minaccia e di odio nei confronti anche di chi osa dire qualcosa di diverso dalla versione ufficiale. Hanno paura».

[…] Dici sempre che ti senti italiana, anche senza cittadinanza.
«Lo sono di sangue: mio nonno Frank era italiano. Soprattutto, in Italia ho trovato felicità e accoglienza, non mi sono mai sentita straniera. Questo fino a poco tempo fa: era un Paese libero».

Oggi lo è meno?
«Non lo è proprio per niente. Credimi, mi spiace dirlo. Chi mi scrive mi ringrazia perché, da sempre, dico quel che penso».

Che in sintesi è
«Che ognuno ha il diritto di decidere sulla propria salute».

Heather Parisi: “Italia? Clima da caccia alle streghe”

Ci sarà chi dirà: perché far parlare Heather Parisi dei vaccini?
«Sono gli stessi che dicono agli altri cosa devono fare, e si riempiono la bocca con il fattore di rischio. Lasciateci rischiare, rispondo. I vaccini sono sperimentali e io non mi vaccinerò. Media e social mi saltano addosso, ma dico le stesse cose delle case farmaceutiche, e delle agenzie del farmaco: le sperimentazioni non sono concluse. Tira aria di censura, altroché».

Censura?
«Mi è persino sparito un post su Facebook. Non mi sorprende: a Robert Kennedy junior hanno chiuso l’account. Sto leggendo il suo libro Vaccine villains, davvero bello. Lo hanno intervistato di recente sul Vanity Fair americano, lasciando che non misurasse le parole».

Heather Parisi è una «no vax»?
«Mi definisco “free vax”. I miei figli li ho vaccinati quando era obbligatorio, fino ai 5 anni, con vaccini non sperimentali».

Compiranno presto 12 anni. Ma non te lo chiedo nemmeno
«Over my dead body, sul mio cadavere. Non esiste prova scientifica che il vaccino sotto i 30 anni serva».

Sei invece una «no pass»?
«Qui il green pass non c’è. L’Italia sta escludendo dalla vita sociale le persone, emarginando i bambini. Scusa se mi infervoro, ma come la chiameresti questa se non propaganda delle dittature? I vaccinati sono gli eletti, colti e intelligenti, responsabili e altruisti. I non vaccinati, invece, sono i colpevoli. Peccato che qualcosa non torni».

Heather Parisi: “In Italia clima intimidatorio sui vaccini”

Cioè?
«Occorre “vaccinarsi per proteggere gli altri, sconfiggere il virus e riavere la libertà”, e poi si scopre che i vaccinati possono contagiare e che il virus circola più di prima. E che la libertà non torna, anzi».

Sui tuoi social hai pure osato con l’hashtag #draghipinocchio.
«Ci ha provato anche Joe Biden a dire che i vaccinati non sono contagiosi, ma è stato bacchettato dai media, e poi pure da Fauci. Perché in Italia non c’è stato un giornale o un politico che lo abbia corretto? Draghi ha fatto affermazioni gravi, ha innescato odio sociale. Ci ha paragonato a killer, assassini: ti rendi conto?».

[…] Quando fai commenti sul virus li accompagni sempre con studi ufficiali internazionali, bisogna dartene atto.
«Da quando ho otto anni leggo un libro a settimana. Oggi mi confronto con amici professionisti affermati: avvocati, medici, ricercatori. I numeri non tornano, sono lì da guardare. Nel frattempo si creano le vere discriminazioni».

Hai pubblicato la lettera di una ragazza che dice che le mascherine sono un incubo per chi ha disabilità uditive.
«Pongo domande, capisci? Se hai cinque minuti ti dico alcune delle mie domande che restano senza risposta. Vorrei anche un tuo parere».

Non ho titolo per rispondere, ma partiamo.
«Uno: perché mai nessuno ha parlato dell’importanza del sistema immunitario, puntato sulla prevenzione? Perché si osteggiano le cure domiciliari, si propinano così spesso “tachipirina e vigile attesa”? Permettimi poi di ricordare tristemente il professor Giuseppe De Donno: la sua terapia con il plasma dei guariti, in Cina, è stata applicata con successo, i media italiani lo osteggiavano».

La Verità lo intervistò.
«Ho letto: disse che la sua terapia costava poco, e di essere un medico di campagna, e non un azionista di Big Pharma. E qui viene la mia seconda domanda: perché si continuano a ignorare i conflitti di interessi di chi gestisce le emergenze?».

Heather Parisi: “Italia non e più Paese libero”

Nel quesito la tua risposta. Poi?
«Perché si dice che grazie ai vaccini è calato il numero dei contagi, se non è vero?».

Colpa delle varianti?
«Ci sono sempre state, ogni volta più pericolose».

La quarta domanda?
«Perché non si dice che la gestione della pandemia ha creato più danni della pandemia stessa? Come l’aver creato un popolo di ipocondriaci, che dipendono dai farmaci. Quando sconfiggeremo il virus della paura?».

Stai dicendo che c’è dietro un fine, o pensi che sia questione di incapacità?
«Ah no, non chiederlo a una ballerina. Lo sai che le ballerine sono non-pensanti. Sai poi cosa ho notato? Che in Italia c’è l’abitudine a dare un’etichetta politica».

Da sempre.
«Esatto. Vuoi sapere chi mi ha attaccato di più sulle mie idee sulla libertà vaccinale? Una certa intellighenzia di sinistra».

Immagino ti sia chiesta perché.
«Forse si sentono traditi, credevano io fossi schierata politicamente. Scrissi qualche tempo fa un post contro la “ballerina sovranista”, ma era una critica a chi manifestava le sue – legittime – idee politiche solo quando era conveniente farlo, per tornaconto personale».

Non contro il sovranismo, quindi?
«Anche quando salutavo la platea meravigliosa del Teatro delle Vittorie con il pugno alzato e poi sul cuore, non volevo certo far politica. Mai appartenuta a uno schieramento. Se vuoi te la dico tutta: non ho mai neanche votato».

Mai?
«Mai nella mia vita. Come ciascuno ho principi e ideali, li appoggio a prescindere dall’appartenenza. Non ho condiviso molto di Trump, anzi, ma sono stata d’accordo con la sua gestione dell’emergenza Covid, ad esempio. Ma non ho mai creduto che il voto potesse realmente cambiare le cose».

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