UFO, Nasa pronta a rivelare al mondo l’esistenza di vita extraterrestre: “Bisogna capire un concetto”. Se avevate ancora dubbi sull’esistenza di vita aliene, l’ultimo passaggio della Nasa potrebbe quantomeno darvi importanti indicazioni.
Si, perché questa volta a parlare di UFO è James Lauer Green, fisico americano, che attualmente ricopre il ruolo di Chief Scientist (capo scienziato) della NASA. In sostanza, se Green dice qualcosa, è l’agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale statunitense a parlare.
L’obiettivo dell’uscita pubblica di Green è quello di dare fiducia a chi da tempo studia fenomeni di apparizioni inspiegabili nei cieli statunitensi. Casi registrati soprattutto da membri dell’ esercito, della marina e dell’ aviazione degli Stati Uniti.
Secondo il fisico della Nasa, “la nostra generazione potrebbe essere quella che scoprirà prove di vita oltre la Terra. E da questo potenziale privilegio derivano delle responsabilità. La grandezza della domanda se siamo soli nell’Universo, e l’interesse pubblico che essa genera, apre la possibilità affinché i risultati ottenuti implichino più di quanto supportano le osservazioni, o di quanto gli osservatori intendano”.
UFO, Nasa pronta a rivelare al mondo l’esistenza degli alieni
Lo scienziato però avverte sul rischio sensazionalismo e sull’esigenza di capire come comunicare le notizie: “Poiché gli obiettivi di rilevamento della vita diventano sempre più importanti nelle scienze spaziali, è essenziale aprire un dialogo collettivo su come trasmettere informazioni in un argomento che è vario, complicato e ha un alto potenziale di sensazionalismo”.
Per Green bisogna “stabilire le migliori pratiche per comunicare il rilevamento della vita. Questo può servire a stabilire aspettative ragionevoli sulle prime fasi di un’impresa estremamente impegnativa. Inoltre, bisogna attribuire valore ai passi avanti delle ricerche e costruire la fiducia del pubblico, chiarendo che le false partenze e i vicoli ciechi sono una parte prevista e potenzialmente produttiva del processo scientifico”.
Green chiosa auspicando un “proof-of-concept”, ovvero uno studio di fattibilità che “implichi non una prescrizione, ma semplicemente l’inizio di un dialogo importante”.
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