Marco Bellavia: “Ho lasciato la tv per un motivo. Oggi faccio altro. Politica? Mi sono candidato nel 2005”. Marco Bellavia ha lasciato la tv anni fa per cambiare due volte mestiere, l’ex conduttore di Bim Bum Bam, oggi 51enne, ne parla in una intervista a ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Come e perché ha iniziato a fare televisione?
“Ho iniziato a 14 anni a fare le prime pubblicità in televisione. Mi ha scoperto per caso una persona che lavorava nel mondo degli spot e il primo che ho girato era per il Latte Sole. Poi ho lasciato il mio nome e mi hanno chiamato anche altre volte. Finito il liceo, un mio amico fotografo ha realizzato il primo book e l’ho portato nelle varie agenzie e pian piano ho iniziato a fare il fotomodello”.
Qual è il suo ricordo più bello degli anni di Bim Bum Bam?
“Ho tantissimi bei ricordi di 11 anni di Bim Bum Bam. Uno di questi è la realizzazione di una sit-com, La pattuglia della neve, girata in Trentino a Fai della Paganella. Quella è stata una delle cose più belle perché la sceneggiatura e il copione li avevo scritti io. Poi, noi colleghi abbiamo passato una settimana tutti insieme sulla neve ed è stato molto divertente”.
[…] È lei che ha abbandonato la tivù o la tivù che si è dimenticata di lei?
“Dopo tanti anni mi sono convinto che sia stato un allontanamento reciproco. Io non andavo più tanto d’accordo con la televisione e, poi, man mano è cambiata e, quindi, reciprocamente ci siamo lasciati. Io, poi, negli ultimi anni ho anche smesso di lavorare bene perché non mi trovavo più a mio agio. Artisticamente non ero più molto bravo, forse avevo perso le motivazioni”.
Marco Bellavia: “Ho lasciato la tv per un motivo”
Come si passa dal mondo dello spettacolo a quella della comunicazione per poi arrivare a fare il mental coach?
“Noi abbiamo parlato a milioni di bambini per tanti anni. Abbiamo usufruito dell’insegnamento dei nostri ‘superiori’. Una volta imparato a come rivolgersi ai bambini il resto viene naturale. Avendo fatto anche l’autore, la comunicazione è entrata a far parte del mio know-how.
Il mental coach, invece, è un mestiere molto originale e con le nuove tecnologie è davvero interessante. Già negli anni ’90 avevo iniziato a frequentare alcuni corsi che mi hanno portato a interessarmi di questi temi. Quando ho lasciato la carriera televisiva, ho ripreso a dedicarmi al mental coach. Mettevo in pratica quel che imparavo con i corsi e mi sentivo bene. Negli ultimi 8-10 anni ho iniziato a scrivere un libro sui miei ultimi 35 anni di lavoro su me stesso. Ora ho deciso di aiutare le persone come mentalcoach 4.0 e a breve uscirà anche questo libro”.
Tornerebbe a fare televisione?
“Indubbiamente sì perché comunque mi piace. Non rifiuto l’ambiente televisivo di per sé, questo mestiere mi potrebbe dare ancora grandi soddisfazioni. L’unico problema è che non mi ritrovo più in questa televisione e non ci sono più spazi nei quali potrei andare a inserirmi. Ho chiesto di partecipare a qualche reality come il Grande Fratello Vip o l’Isola dei famosi, per rinverdire la popolarità ma non mi hanno mai preso”.
Marco Bellavia: “Ho lasciato la tv ma è stato reciproco”
Perché si era avvicinato al M5S?
“Non mi sono avvicinato al M5S, ma non nego che all’inizio mi sia stato molto simpatico. Almeno finché è stato il Movimento che prometteva di aiutare le persone concretamente e, per un po’ di tempo, è andato molto bene. Poi si è mischiato con la politica classica, prima la Lega e poi il Pd, e ha partecipato alle varie lotte di potere ed è finito il M5S. Ormai non ha più un senso”.
Lei si è mai candidato?
“Sì, mi sono candidato alle Regionali del 2005 con una lista civica, mentre anni dopo sono stato virtualmente candidato a sindaco di Milano per una settimana. Mi hanno usato come ‘cavallo di Troia’ per fini politici”.
[…] A tal proposito, ha avuto paura del Covid?
“Io l’ho avuto un anno fa, per fortuna in forma leggerissima. Ho passato venti giorni in gabbia. È stato un periodo pazzesco perché quando eravamo in lockdown un minimo di passeggiate si potevano fare, almeno per fare la spesa”.
Come ha trascorso il lockdown?
“Sinceramente come tutti, terrorizzato. Poi per alleggerire la tensione mi sono inventato 188 puntate di Bimb Bum Bam live per due ore al giorno. Questo ha aiutato me e chi mi ha seguito a trascorrere il periodo devastante ”.
[…] Il suo più grande rimpianto?
“Ho vissuto una vita divertentissima e serena. Certo, mi è dispiaciuto cambiar mestiere e non essere diventato come Bonolis, ma di Bonolis ce n’è uno e tutti gli altri son nessuno… Forse l’unico rimpianto è di aver parlato troppo in alcune interviste”.
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