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Aveva un verme nel cervello da 20 anni: 38enne lo scopre per caso in ospedale

Aveva un verme nel cervello da 20 anni: 38enne lo scopre per caso in ospedale. Per oltre venti anni il suo cervello ha ‘ospitato’ una Tenia, un genere di vermi parassiti, ma non se ne era mai accorto. Finché la settimana scorsa è stato ricoverato in ospedale perché in “stato mentale alterato”. È stato a quel punto che i ricercatori del Massachusetts hanno scoperto tutto.

L’uomo, un 38enne guatemalteco immigrato negli Stati Uniti, aveva dei cestodi che si erano insinuati nel suo cervello. La verità è emersa quando è stato sottoposto a una valutazione approfondita dopo il ricovero reso necessario dal comportamento sconclusionato dell’uomo.

Il 38enne è diventato un caso di studio quando i ricercatori hanno determinato che aveva la tenia, contratta mentre viveva nelle zone rurali del Guatemala. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, la scorsa settimana, dagli esperti del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School.

Al momento del ricoverato i suoi occhi erano aperti ma lo sguardo era leggermente rivolto verso l’alto. Il paziente, completamente disorientato al suo arrivo in ospedale, non ha risposto a segnali verbali o richieste. I medici erano allarmati poiché non aveva precedenti di malattia e allo stesso modo non faceva uso di farmaci o droghe e raramente beveva alcolici.

Aveva un verme nel cervello da 20 anni: la scoperta diventa caso di studio

Gli hanno quindi prescritto due dosi di lorazepam. Ma quando hanno fatto una radiografia del torace e hanno scoperto che tutto era normale, hanno escluso iponatriemia, disfunzione renale e disfunzione epatica. Hanno quindi testato i suoi segni vitali e hanno visto che i pannelli tossicologici su urine e sangue erano negativi.

Il dottor Andrew Cole ha scritto nel rapporto che a quel punto l’uomo si è sottoposto a una TAC per eventuali lesioni cerebrali. “Il paziente aveva evidenza di tre lesioni cerebrali, con una che mostrava un miglioramento dell’anello alla risonanza magnetica e tutte e tre che mostravano una parziale calcificazione alla TC. La progressione calcificante delle lesioni può spiegare l’assenza di positività anticorpale in questo paziente”, ha scritto il dott. George Eng.

A riportare la notizia è ‘The Sun’, secondo cui dopo aver scoperto che aveva lesioni a causa della tenia, l’uomo, dimesso cinque giorni dopo, è stato sottoposto a una rigida combinazione di sei settimane di albendazolo e praziquantel e prednisone ad alte dosi. Dopodiché dovrà affrontare un’altra terapia di quattro settimane.

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