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Vince il 6 al Superenalotto ma i numeri sul giornale erano sbagliati: “È la seconda volta, faccio causa”

Vince il 6 al Superenalotto ma i numeri sul giornale erano sbagliati: “È la seconda volta, faccio causa”. È successo lo scorso mercoledì 5 gennaio, quando un anziano di 83 anni una mattina si è svegliato e si è accorto di aver vinto il 6 al Superenalotto, ma i numeri sul giornale erano sbagliati. È quanto accaduto a Francesco Ventresca, ambulante di frutta al mercato di Sulmona (L’Aquila). L’uomo ha controllato i numeri giocati, confrontandoli con quelli pubblicati su un quotidiano: erano gli stessi. Peccato che si trattasse di un errore di stampa. I numeri estratti erano diversi.

L’anziano, che non ha il pc e non usa Internet, si è fidato dei numeri riportati sul giornale acquistato in edicola senza verificare online. E così si è illuso per una notte intera. A riportare la notizia è ‘Il Messaggero’, secondo cui l’uomo aveva fatto la sua giocata martedì, alla solita ricevitoria di Sulmona: 30 numeri in 5 serie, spesa 7,50 euro.

In serata l’estrazione, ma lui non l’aveva seguita in tv perché a quell’ora di solito è già a letto. “Per aprire la mia bancarella al mercato devo alzarmi alle 4 del mattino, vado presto a dormire”, racconta al quotidiano capitolino. I numeri usciti li avrebbe controllati il giorno dopo, mercoledì. Al mattino ha comprato il quotidiano e i numeri li ha guardati solo la sera, dopo la giornata di lavoro. “E corrispondevano”.

Vince il 6 al Superenalotto ma i numeri sul giornale erano sbagliati

Peccato che quei numeri non fossero giusti. Era giusta invece la notizia che seguiva: nessun sei. Anche il valore del jackpot riportato, 136 milioni e 300mila euro, era errato. E infatti, quando è andato in ricevitoria con i numeri giocati, proprio il giorno dell’Epifania, l’amaro risveglio: la Befana non gli aveva portato i milioni, ma solo… carbone.

“Mi hanno detto che non avevo vinto niente. Ho chiesto a mio genero di controllare su Internet e anche lui mi ha confermato che i numeri erano sbagliati”. Adesso l’ambulante pensa di rivolgersi a un avvocato per i danni. Dice che le sue condizioni di salute sono già precarie, che è ancora costretto a lavorare a 83 anni perché la sua pensione di 650 euro al mese non gli basta neanche per le bollette e che il suo banco di ambulante al mercato gli rende pochissimo.

Sperava di aver trovato il modo per sistemarsi: pagare i debiti e avere una vita migliore per sè e la sua famiglia. Ma gli è andata male. Come anni fa, quando, dice, “centrai un 13 e dieci 12 al Totocalcio: la mia giocata non era stata registrata nel sistema e la vincita era di 150 milioni di lire. Dovetti rassegnarmi”. Come dovrà fare anche questa volta.

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