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Spettacolo

Dario Argento: “Cocaina? Mi dava energia poi ho smesso per un motivo. Negli anni 70 mi vestivo dalle bancarelle”

Dario Argento: “Cocaina? Mi dava energia poi ho smesso per un motivo. Negli anni 70 mi vestivo dalle bancarelle”. Dario Argento, la cocaina, gli anni settanta e non solo, ilvregista dell’horror parla della sua carriera rivelando alcuni retroscena inediti in una intervista a ‘La Repubblica’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Già dal debutto si capiva che lei voleva fare di testa sua
«Sì. I miei film li ho scritti, immaginati e coprodotti con mio padre, ero il totale padrone. Anche quando ho lavorato in America».

Il suo cinema è stato omaggiato dalle cinemateche di tutto il mondo. Il libro di Steve Della Casa “Dario Argento, due o tre cose che sappiamo di lui” è in inglese e italiano, a giugno al Lincoln Center di New York ci sarà la retrospettiva dei suoi film, restaurati da Cinecittà.
«Fin dal primo film cercavo platee diversissime. Non mi interessava il solito cinema italiano che si rivolge a se stesso, al proprio pubblico. L’uccello dalle piume di cristallo fu per due settimane al primo posto negli incassi negli Stati Uniti, cosa irripetibile per un nostro film».

[…] I Settanta sono stati gli anni di piombo, del cinema politico. Nella sua biografia “Paura” scrive “il caos che governa il destino degli uomini non mi ha mai contaminato”.
«Allora critica e colleghi mi consideravano un reietto. Quando uscì Suspiria, in una importante sala milanese, ci fu una marcia di Autonomia operaia, con gli spray scrissero nell’atrio ” l’assassina è la direttrice”. Corremmo a cancellarli».

Come ha vissuto quel decennio?
«Avevo amici di sinistra, come Nanni Palestrini, siamo stati molto insieme. Da una parte vivevo con il mio animo e il mio istinto che seguiva la sinistra che protestava e si batteva, ma dall’altra, quando facevo i film, ero assolutamente apolitico, anche se nei miei lavori si trovano temi di giustizia sociale. Però rifiutavo di immettermi nella strada del cinema di denuncia. Anche da critico al Paese sera, il direttore Fausto Coen mi lasciava dei biglietti: “Siamo un giornale per il popolo, dobbiamo fare politica, non puoi dire che Per un pugno di dollari è uno dei più bei film italiani degli ultimi vent’ anni».

Le femministe non la amavano.
«Alcune dicevano che ammazzavo le donne. Errore di valutazione. Le donne erano le mie protagoniste. Con mia figlia Asia ho fatto cinque film, poi Suspiria, Phenomena, tutti avevano un’impronta femminile. Sono stato plasmato da mia mamma, fotografa di attrici. Sul set con gli uomini ero imbarazzato, quando la mattina vado a lavorare con le attrici sono felice. In Occhiali neri a Ilenia Pastorelli ho dato spazio alla sua personalità. È stata molto brava».

Dario Argento: “Cocaina? Mi dava energia poi ho smesso”

Un film politico lo ha fatto, ” Le cinque giornate”, nel ’73.
«Per carità. Il regista si tirò indietro quando tutto era pronto papà disse: “Così falliamo”. Fu Adriano Celentano a insistere, “Fallo tu”. Gli sono affezionato, andavo in casa sua a Milano, quando fuggivo da Roma e da una donna che mi perseguitava. La sera con un amico in cantina faceva il rock con le parole inventate. Nelle pause del set suonava la chitarra per comparse e passanti. È pure un bravo regista, basta guardare Yuppi Du».

[…] Disse che smetteva come regista, poi ha girato” Profondo rosso”.
«Ero rimasto così male per l’accoglienza che per stare tranquillo pensai di limitami a scrivere e produrre. Poi ebbi un sogno che mi fece cambiare idea e tornai ai film che facevo prima».

[…] I Settanta sono stati gli anni del connubio tra droga e arte. Per la prima volta lei assunse cocaina.
«Non mi ha influenzato mai. Mi dava una certa energia, ma dopo poco tempo il mio fisico si è rivoltato, ogni volta che la prendevo vomitavo, ho smesso per sempre».

Il suo rapporto con la moda?
«Ero amico di Armani e degli altri stilisti, mi vestivo dalle bancarelle».

Nel ’78 produsse “Zombie” di George Romero.
«Siamo stati grandi amici, pur diversi per stile e pensiero. Lui era cattolico integralista di sinistra. Io sono credente da quando è morto papà».

[…] A fine Settanta lei è passato dal thriller all’horror.
«Ma la commistione c’era già. Da seguace di Edgar Allan Poe, i miei film hanno sempre i suoi pensieri maledetti».

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