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Salute

Il Covid incide sui malati di tumore: l’aspetto della pandemia che preoccupa gli oncologi

Il Covid incide sui malati di tumore: l’aspetto della pandemia che preoccupa gli oncologi. Il Covid incide sui malati di tumore a causa della disuguaglianza nell’accesso alle terapie, aggravate dalla pandemia. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro che si è celebrata ieri, venerdì 4 febbraio, è la Federazione italiana delle Associazione di Volontariato in Oncologia (Favo), che chiede anche di approvare l’atteso Piano oncologico nazionale.

Il Piano europeo di lotta contro il cancro istituisce un registro delle disuguaglianze di fronte al cancro. In linea con quanto previsto a livello europeo, Favo chiede al Governo di attivarsi “urgentemente per porre fine alle disuguaglianze che si ravvisano nell’accesso ai programmi di prevenzione, alla diagnosi, ai trattamenti e alla riabilitazione per migliorare la qualità di vita dei pazienti e delle persone guarite dal cancro”.

Come riporta Ansa, da un’ analisi realizzata dalla Federazione nel 2018, è emerso che ogni malato oncologico spende di tasca propria oltre 1.800 euro, di cui 600 per spese di trasporto e alloggio, 260 per esami diagnostici e 150 per chirurgia ricostruttiva. Questo “documenta la persistente gravità della migrazione sanitaria intraregionale, così come l’ inaccettabile permanenza di lunghe liste d’attesa“.

Il Covid incide sui malati di tumore: l’allarme Favo

Pertanto, in occasione della giornata mondiale, Francesco De Lorenzo, presidente del Favo, rinnova il grido d’allarme, accolto dal Parlamento attraverso l’approvazione di risoluzioni. Ma, spiega De Lorenzo, “tuttora non recepito dal Governo, sull’urgenza di adottare un Piano Oncologico Nazionale, che indichi obiettivi, azioni, tempistiche, finanziamenti e modifiche legislative per superare l’emergenza oncologica“.

Vanno inoltre adottati “con immediatezza decreti-legge per il superamento degli inaccettabili ritardi degli screening, slittati di oltre 4 mesi, nonché il pieno ripristino degli interventi chirurgici oncologici, ridotti del 30%“, conclude Francesco De Lorenzo, presidente del Favo.

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