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Cronaca Politica

Renzi contro i pm: “Noi rispettabili trattati come gangster”. La risposta dei magistrati

Renzi contro i pm: “Noi rispettabili trattati come gangster”. La risposta dei magistrati Matteo Renzi contro i pm e viceversa, botta e risposta a distanza tra il leader di Italia Viva e i magistrati che si occupano del caso Open. L’affondo di Renzi arriva ai microfoni di Radio Leopolda.

“Sono cascati male, se c’è uno che non si tira indietro sono io. Basta buonismo, ora reagisco. La mia vita è stata scardinata con un dolore personale e familiare che non auguro al peggiore nemico e l’Anm è stata sempre in silenzio. L’appannamento della funzione del magistrato non dipende da quello che dice Renzi ma da quello che fa un magistrato. Se fa un atto sessuale il Csm ti dà due mesi in meno di anzianità, se lo fa un cittadino si prende anni di galera”.

“E’ il primo processo in cui si va in aula dopo quattro pronunciamenti della Cassazione. Non è stato Renzi ma la Cassazione a criticare i giudici. A Conte e a Grillo, i Pm di Milano e Roma non hanno tolto i cellulari, hanno utilizzato uno stile diverso da quelli di Firenze. Uno di loro si occupa a tempo pieno della famiglia Renzi: prima che diventassi premier eravamo una famiglia rispettabile, ora sembriamo un’associazione di gangster”, ha aggiunto Renzi.

Renzi contro i pm, la risposta dei magistrati

A stretto giro è arrivata anche la risposta dei pm attraverso una una nota che parla di “inaccettabili comportamenti”. “Le parole del senatore della Repubblica Matteo Renzi, pronunciate non appena ha appreso della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Open, travalicano i confini della legittima critica e mirano a delegittimare agli occhi della pubblica opinione i magistrati che si occupano del procedimento a suo carico”.

Secondo la giunta dell’Assciazione nazionale magistrati, i pm che hanno chiesto il processo nei confronti di Matteo Renzi, “hanno adempiuto il loro dovere, hanno formulato una ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata, nel rispetto delle garanzie della difesa, entro il processo, e non è tollerabile che siano screditati sul piano personale soltanto per aver esercitato il loro ruolo”.

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