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Rettore: “Achille Lauro non lo reputo neppure un cantautore. Il politicamente corretto mi sta stretto, vi spiego perché”

Rettore: “Achille Lauro non lo reputo neppure un cantautore. Il politicamente corretto mi sta stretto, vi spiego perché”. Donatella Rettore su Achille Lauro e non solo, La cantautrice senza peli sulla lingua parla di nuove leve e politicamente corretto in una intervista a ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Con Chimica ha vinto un Disco d’oro. Non accadeva dal ’94.
«Ma per il valore che hanno oggi io preferisco tenermi stretta quelli che ho vinto quando album e singoli si vendevano sul serio. Tra gli Anni 70 e 80 ho venduto più 45 giri di Mina, lo sa?».
Non esageriamo.
«Sono seria. A livello di singoli sono un’artista da record. Con Carmela, che nel ’77 conquistò mezza Europa, Splendido splendente, Kobra, Donatella, Lamette ho vinto sei Dischi di platino e ventisette Dischi d’oro, che all’epoca premiavano i 45 giri che avessero venduto almeno 500 mila copie».
[…] Le tue labbra sulle mie labbra: il testo allude a un rapporto saffico?
«No, macché: parla di un rapporto etero».
Non ci sarebbe niente di male.
«Lo dice a me, che nell’80 scrissi un pezzo intitolato Gaio? Ho sempre incarnato la libertà».
È per questo che per il mondo Lgbt è una paladina?
«Sì. E il politicamente corretto, mi permetta di dirlo, mi sta stretto».

Rettore: “Achille Lauro non lo reputo neppure un cantautore”

A cosa si riferisce?
«C’è una limitazione della libertà eccessiva. Si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate».
Ad esempio?
«Il fatto che non si possa dire fr. o tr.».
Così rischia di essere fraintesa: il terreno è scivoloso.
«Quello che voglio dire è che dal politicamente corretto al bigottismo il passo è breve. Se la pensiamo così, oggi Vasco non potrebbe cantare è andata a casa con il neg*o la tro*a».
[…] Lei è mai stata censurata?
«Ai tempi di Kobra, considerata scandalosa per il testo pieno di doppi sensi a sfondo sessuale. Sa cosa mi censurarono? Il verso finale: Quando amo».
Oggi Achille Lauro si auto-battezza in diretta tv: i tempi sono cambiati?
«Ogni stagione ha i suoi frutti».
Come sono quelli di oggi rispetto al passato?
«Direi peggiori. Achille Lauro non lo reputo neppure un cantautore: può fare film, quadri in cui si trafigge. Invece trovo che Emma sia una grande cantante e una grande donna: peccato sia servita male dagli autori che scrivono per lei».
Rkomi?
«Chi?».
Era anche lui a Sanremo.

«Ah sì? Non ci ho fatto 

caso. Non so chi sia. Ma non lo scriva (ride ndr). A Sanremo c’era pure il pescatore».
Prego?
«Quello là Come si chiama? Si è presentato sul palco indossando una rete da pesca».
Si riferisce a Irama?
«Esatto, lui. È stato bravo: ma come si era conciato?».
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