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Remo Girone: “Tano Cariddi arma a doppio taglio. Successo del personaggio? Legato a un aspetto”

Remo Girone: “Tano Cariddi arma a doppio taglio. Successo del personaggio? Legato a un aspetto”. Remo Girone su Tano Cariddi e non solo, l’attore 73enne ripercorre tappe e personaggi che hanno segnato la sua lunghissima carriera in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] La tv l’ha resa popolarissimo, ma il suo primo amore è il cinema…
«Decisamente. Me ne sono innamorato quando ancora vivevo ad Asmara, in Eritrea, dove sono nato. Lì teatro non ce n’era e divoravo il cinema. Ero affascinato da Salvo Randone. Dava l’impressione di vivere le situazioni più che recitarle».

Lei è nato nel 1948 quando l’Eritrea non era più una colonia italiana. Com’era vivere là, c’era rancore verso gli italiani?
«No. Hailé Selassié (ultimo imperatore d’Etiopia, ndr) aveva capito che tutte quelle professionalità italiane all’Eritrea servivano, ed eravamo trattati bene. I primi palchi li ho calcati proprio lì. Ogni fine anno si organizzava un’operetta: io non ero un grande cantante, ma ero sempre protagonista».

E l’Italia?
«A 23 anni, per fare l’università. Abituato all’Africa mi sembrava tutto piccolo. A Roma mi sembrava che ci fosse così tanta gente in poco spazio. Studiavo Economia e commercio, ma poi mi iscrissi all’Accademia d’arte drammatica “Silvio d’Amico” per diplomarmi in recitazione».

Remo Girone: “Tano Cariddi arma a doppio taglio”

[…] Per il pubblico della tv lei sarà sempre Tano Cariddi, il mafioso di “La piovra”. Come spiega il successo di quel personaggio?
«Forse perché era la prima volta che veniva mostrata la mafia dei colletti bianchi. Cariddi non era quello con la lupara, ma il tipo laureato, intelligente e arrivista. Io avevo appena interpretato Raskol’nikov in “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij, un personaggio che si sente al di sopra della morale comune. Portai un po’ di lui in Cariddi».

Un personaggio di tale successo per un attore è un bene o un male?
«È un’arma a doppio taglio. A Cariddi devo tanto, ma l’ho lasciato lì, sul set. La popolarità che mi ha dato è incredibile. Una volta ero a Nizza con degli amici che portavano assistenza ad alcuni senzatetto stranieri. A un certo punto un signore slavo mi riconobbe e mi disse: “Tu sei il mafioso della Piovra”».

[…] Nel 1991 con “Settimo Squillo”, su Telemontecarlo, ci ha provato pure col varietà.
«Un’esperienza mai più ripetuta. Vittorio Cecchi Gori non voleva: diceva che il pubblico non paga al cinema per uno che vede gratis in tv. Però mi divertivo tanto a farlo».

Nel 1992, invece, abbiamo rischiato di vederla a Sanremo in coppia con Marcella Bella.
«Lì ci hanno proprio bocciato, io avevo un monologo nel pezzo. Parlavo di bambini che soffrivano la fame».

Da anni vive a Montecarlo, il Principe l’ha pure nominata Ufficiale dell’Ordine di San Carlo…
«Una bella soddisfazione: mi ha consegnato personalmente la “rosetta”. Ma ho ricevuto un riconoscimento anche dal Presidente Mattarella».

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