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Federica Masolin: “Verstappen mi ha stupito, soprattutto per un aspetto. Ho un desiderio per la prossima stagione”

Federica Masolin: “Verstappen mi ha stupito, soprattutto per un aspetto. Ho un desiderio per la prossima stagione”. Federica Masolin su Verstappen, la Formula 1 è non solo, la giornalista e conduttrice parla a tutto tondo dei protagonisti del Circus in una intervista a mowmag.com. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] A proposito di George Russell, come lo vedi al fianco di Lewis Hamilton? Che team saranno? 
“Credo che all’inizio ci sarà tanta collaborazione. Russell ha raccontato più volte che Hamilton è stato il suo mito da bambino e l’intenzione della squadra è quella di fare bene insieme. Poi ovviamente se George si dimostrerà veramente forte e veloce in pista come ci ha fatto vedere al suo debutto in Mercedes, in Bahrain nel 2020 quando Hamilton ha avuto il Covid, allora lì sarà una bella gatta da pelare per Toto Wolff perché ci saranno due piloti da gestire. 

Però è uno di quei problemi che tutti i team principal vorrebbero avere perché significherebbe che stanno lottando per vincere ancora, dopo anni di successi, e con un giovanissimo cresciuto nell’orbita Mercedes. Però ecco all’inizio io immagino tanta collaborazione, anche da parte di Hamilton, che come dicevo prima in questo inizio di 2022 ho visto molto “zen”. 

Federica Masolin: “Verstappen? Ricordo la prima conferenza”

Invece Charles Leclerc e Carlos Sainz, che hai avuto modo di intervistare più volte, che coppia sono? 
“A me piacciono tantissimo! Li intervisteremo insieme anche giovedì (su Sky Sport F1 canale 207 e in streaming su NOW alle 10:30 ndr) e secondo me sono una coppia che funziona alla perfezione. Sono così come li vedi: giovani, intelligenti, super affiatati e capaci di collaborare. Mi piacciono sia singolarmente che insieme perché credo si spingano a vicenda a fare bene, ad essere competitivi e attenti anche nel lavoro all’interno del box Ferrari”. 

[…] Che effetto fa vedere il cambiamento di uno come Verstappen, arrivato in Formula 1 poco più che bambino e oggi campione del mondo, per te che lo hai “seguito” fin dall’inizio del suo viaggio? 
“Mi ricordo benissimo di un’intervista che fece nel 2014, a Spa mi sembra, dove ci venne presentato come “un futuro campione del mondo”, addirittura come “il Maradona dei piloti”. Sinceramente vedendolo lì la prima impressione è che fosse molto timido ma sicuro di sé e di ciò che voleva: arrivare in Formula 1 e vincere.

Mi ricordo che gli chiesero se gli sarebbe piaciuto andare in Ferrari, o in Mercedes, e lui disse: “No, non mi interessa, a me basta vincere”. Ho capito già lì di che pasta era fatto ma quello che mi ha stupito, negli ultimi anni e soprattutto nel mondiale 2021, è stata la costanza e la determinazione con cui ha affrontato le sfide e la battaglia con Hamilton. Questo era difficile da immaginare nei suoi primi anni in Formula 1, invece è maturato tantissimo”. 

Verstappen quest’anno ha preso le distanze da Drive to Survive e, recentemente, lo ha fatto anche Toto Wolff. Da “insider” del paddock pensi che Netflix sia una presenza troppo ingombrante per i piloti? 
“No, sinceramente non credo. Anche noi giornalisti lo possiamo essere, siamo tutti dei “disturbatori” per loro. Poi ognuno ha la propria sensibilità e il proprio modo di leggere determinate situazioni però credo che Drive To Survive abbia il grande merito di aver fatto avvicinare un grande pubblico di giovani e giovanissimi alla Formula 1 quindi per me è un esperimento più che riuscito anche se è qualcosa di nuovo, forse ancora da metabolizzare per molti”. 

Federica Masolin: “Verstappen mi ha stupito per un aspetto”

In queste ultime settimane, con l’annullamento del Gran Premio di Russia e il licenziamento di Nikita Mazepin, si è molto discusso del tema sport e politica che crea sempre una divisione: da una parte chi è convinto che gli atleti debbano prendere una posizione e dall’altra chi assolutamente vuole che i due mondi siano separati. Tu che idea ti sei fatta? 
“A me piace molto il modo che ha la Formula 1 di comunicare e di approcciarsi a queste tematiche, in questo caso specifico ma anche in passato.

“We race as one” – la bandiera sotto la quale hanno corso tutta la passata stagione – è stata una decisione forte, una presa di posizione totale. Però ho anche rispettato chi, per esempio, ha deciso di non inginocchiarsi nel corso del mondiale prima del via dei Gran Premi. È una decisione che sta al singolo ed è giusto che ci sia questa libertà. Come è giusto che un pilota, come nel caso di Sebastian Vettel in Bahrain, possa portare in pista un casco contro la guerra in Ucraina”. 

[…] Un desiderio, qualcosa che speri di vedere, in questa stagione? 
“Il Gran Premio di Miami, il primo della storia! Ci andrò, ci voglio proprio andare, perché sono curiosa di vedere questo nuovo circuito e il modo in cui gli americani si stanno avvicinando alla Formula 1 negli ultimi anni. Anche “contaminandola” a modo loro se vogliamo, arrivando ad abbracciare uno sport che fino ad oggi non li aveva mai conquistati davvero”. 

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