Bimbo di 2 anni picchiato a morte dalla mamma e il compagno: le prove agghiaccianti sullo smartphone. È successo nel sud di Londra, in Inghilterra, dove una donna e il suo compagno hanno maltrattato per mesi un bimbo fino a provocargli la morte. Una storia agghiacciante tenuta nascosta anche ai medici dell’Ospedale a cui la coppia aveva raccontato di una caduta dal divano di casa.
In realtà il piccolo Kyrell, di appena due anni, era stato picchiato selvaggiamente dalla coppia fino a farlo morire. A riportare la terribile vicenda è il Sun, secondo cui il piccolo è arrivato al pronto soccorso con 41 fratture costali ed emorragie interne a causa di un taglio di 4 cm al fegato causato da un calcio, un pugno o un colpo allo stomaco.
Le ultime settimane di vita del bimbo sono state registrate sul telefono della madre. La donna sospettava che il partner la tradisse, così ha registrato degli audio dove però non c’è traccia di scappatelle. Ma ci sono le prove dell’incubo in cui il piccolo viveva. Si sente Kyrell gemere e lamentarsi, subito dopo rumori di colpi e urla del bambino mentre l’uomo continua a dirgli di smettere di piangere. Ancora schiaffi e grida e poi il pianto del bambino si fa sempre più debole.
Bimbo di 2 anni picchiato a morte dalla mamma e il compagno: l’orrore a Londra
Prima di morire nell’ottobre del 2019 il bimbo è stato picchiato almeno cinque volte in 28 giorni. L’uomo ora è stato condannato all’ergastolo mentre la madre a 13 anni per omicidio colposo. I due erano riusciti a nascondere gli abusi agli assistenti sociali. Durante il processo è emerso che la polizia era stata allertata da un passante che nel luglio del 2019 aveva sentito le grida di una donna che implorava «Smettila di colpirmi in faccia».
Gli agenti però avevano trovato il bambino in buone condizioni «al sicuro». In precedenza Kyrell aveva trascorso 5 giorni in ospedale per un grave incidente al viso ma anche in quel caso nessuno ha sospettato che dietro alla “caduta dal divano” si nascondessero pesantissimi abusi. Inoltre la coppia aveva ricevuto almeno una volta la visita dei servizi sociali. L’uomo aveva precedenti per rapina, droga, violenza anche stalking. Tutti elementi che, se approfonditi prima, avrebbero potuto salvare la vita al povero piccolo (foto da archivio).
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