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Neri Parenti: “Paolo Villaggio inaffidabile, scappò dal set in mongolfiera. Cinepanettoni uccisi dal politicamente corretto”

Neri Parenti: “Paolo Villaggio inaffidabile, scappò dal set in mongolfiera. Cinepanettoni uccisi dal politicamente corretto”. Neri Parenti su Paolo Villaggio, i cinepanettoni e non solo, il regista fiorentino, 71 anni, parla a tutto tondo della sua vita professionale in una intervista all’edizione fiorentina de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi

Sono tempi bui, eh, Parenti…
«Nerissimi. Il remake di “Altrimenti ci arrabbiamo” di Bud Spencer e Terence Hill che è uscito ora incasserà meno del prezzo che avranno speso per il catering».

Perché questo sogno di fare un film d’avventura?
«Perché da bambino, negli anni Sessanta in Oltrarno a Firenze, passavo i pomeriggi agli Artigianelli dove con cento lire ti potevi vedere due film e mangiare un panino col pomodoro o un acqua e zucchero. Mi sarò visto una decina di volte “Ivanohe” e “Il Corsaro dell’Isola Verde”. Ed è grazie a loro che mi è rimasta la passione per i film di avventura».

Perché non ci ha mai provato?
«Gli attori italiani sono da sempre considerati poco credibili in quei ruoli: a un Indiana Jones italiano non ci avrebbe mai creduto nessuno».

Neri Parenti: “Paolo Villaggio inaffidabile”

Non aveva un Indiana Jones, ma ha fatto 20 film con Paolo Villaggio
«Era un genio del tutto inaffidabile. Per il terzo Fantozzi voleva per forza partecipare alla stesura della sceneggiatura con Benvenuti e De Bernardi che però potevano lavorare con noi solo la mattina, perché il pomeriggio scrivevano con Sergio Leone. Villaggio la mattina non veniva mai. De Bernardi convinse Leone a invertire: lui la mattina, Villaggio al pomeriggio. Ma Paolo non si presentava nemmeno il pomeriggio. Da mascalzone geniale qual era, rispose “preferisco non venire di pomeriggio”. E scappò via».

Addirittura scappava?
«Una volta in Kenya mentre stavamo girando ci guardò e disse “devo andare un attimo in bagno”. Cinque minuti dopo alziamo lo sguardo e vediamo una mongolfiera che se ne andava con lui a bordo. Ci disse “eh, ormai l’avevo prenotata”».

Un rapporto complicato….
«Paolo diceva sempre che eravamo come padre e figlio. Ma il figlio era lui, io il padre».

Però nel tempo il vostro lavoro è stato anche rivalutato dalla critica.
«Quelli sì, i cinepanettoni invece sono ancora considerati un’onta. Eppure erano uno specchio preciso della nostra società nel primo decennio del nuovo millennio: il berlusconismo, un certo cinismo, uno stile di vita. Ci descrivevano come italiani. Facevano ridere ed erano politicamente scorretti. Oggi se fai delle battute sugli omosessuali o le donne di facili costumi ti saltano al collo. Tutto va trattato con i guanti bianchi, e se metti i guanti bianchi a un certo tipo di commedia l’ammazzi in partenza».

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