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Marco Leonardi: “Maradona? Dio ha voluto che lo interpretassi. Calabria? Il Sud è casa mia”

Marco Leonardi: “Maradona? Dio ha voluto che lo interpretassi. Calabria? Il Sud è casa mia”. Marco Leonardi su Maradona e non solo, l’attore calabrese, 50 anni, si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

“La grande guerra del Salento” racconta un’Italia che cerca di rialzarsi dopo la Seconda guerra mondiale…
“È la storia di questi due paesini della provincia di Lecce, Supersano e Ruffano, rivali da anni. C’erano i ragazzi di Supersano che si trovavano le ragazze di Ruffano, senza dimenticare le ideologie politiche diverse. Il presidente del Ruffano era un fascistone, deluso dalla sconfitta, mentre il mio personaggio era un partigiano che aveva combattuto il fascismo. Il titolo del film è a dir poco azzeccato: dopo la partita, le due tifoserie se le diedero di santa ragione per giorni, con agguati di ogni tipo. Non parliamo di una scazzottata, ma di una vera guerriglia urbana. A quei tempi tutti erano in possesso di armi e i carabinieri trovarono sotto terra fucili, pistole e granate. Questo fa riflettere sulla natura dell’uomo”.

Dal 1949 ad oggi, non ci siamo evoluti così tanto…
“Non ci siamo evoluti per nulla. Pensiamo a questa guerra tra Russia e Ucraina. Dopo un periodo così tremendo per il mondo tra pandemia e crisi economica, ci mancava questa ciliegina”.

Marco Leonardi: “Calabria? Il Sud è casa mia”

Dopo “Ultimo minuto” e “Maradona – La mano de Dios”, un altro film con il calcio protagonista…
“Quando mi chiamò Marco Pollini per ‘La grande guerra del Salento’, ho subito pensato a questi due film. Questa opera mi ha incuriosito tantissimo, anche perché è una storia vera. Che strano, ancora il calcio nella mia vita. Ma per quanto riguarda questo racconto, non mi sento di dare la colpa al calcio: il calcio è uno sport con delle regole, a volte si riscaldano gli animi, ma quello che accade fuori dagli stadi è solo una scusa per qualche deficiente per scaricare la rabbia. Una volta si menano per la politica, un’altra volta per un altro motivo: prendono qualsiasi pretesto per sfogarsi”.

[…] Ha qualche rimpianto?
“No, non ho rimpianti. Tutto ciò che accade nella vita, bello o brutto, deve accadere. Tutto ciò che viene, lo accolgo e me lo coccolo. Dobbiamo passare anche attraverso le cose brutte, tutto rappresenta una crescita. Oggi sono molto più attento, mi capita spesso di dire di no se non sono convinto dal personaggio. Cerco sempre dei personaggi positivi, con dei messaggi giusti. Da questo punto di vista, il personaggio di Ernesto ne ‘La grande guerra del Salento’ mi piace molto: è molto attento, ha il suo carattere, ma non cade nei tranelli di questo fascistello con deliri di onnipotenza. Cerca di trasmettere qualcosa di positivo, dei principi sani”.

Marco Leonardi: “Maradona? Il mistero, il caso, il buon Dio hanno voluto che alla fine interpretassi il Pibe de Oro”

Ha lavorato con grandissimi registi, da Robert Rodriguez a Ridley Scott, passando per Dario Argento. Con chi le piacerebbe lavorare in futuro?
“Ce ne sono tanti, in Italia e nel mondo. Ho lavorato con tanti grandi registi. Ricordo volentieri Nanni Loy, Francesco Rosi, Alfonso Arau. A breve uscirà il nuovo film di Abel Ferrara, un’icona. Ho inoltre appena finito il film ‘Heroes & Villains’ di Michael D. Savvas, con Eric Roberts: sono l’unico attore italiano in un cast interamente inglese.

Come del resto mi è capitato in ‘Maradona – La mano de Dios’: cast interamente argentino, ma Maradona interpretato da un italiano. E ti dico una cosa: quando sono andato a conoscere Marco Risi, gli raccontai che quando giocavo a calcio mi chiamavano Maradonino. Lui mi parlò dei provini in corso, io risposi subito: ‘Sì sì, fai tutti i provini che vuoi: tanto Maradona lo posso fare solo io’. Poi, durante le riprese, Marco mi disse che aveva già capito di dover scegliere me per la parte di Diego. Gli chiesi perché, lui mi rispose senza fronzoli: ‘Perché sei stato dolcemente sfacciato proprio come Maradona’. Il mistero, il caso, il buon Dio hanno voluto che alla fine interpretassi il Pibe de Oro”.

[…] “La grande guerra del Salento” è un film legato fortemente al Sud, la sua terra…
“Io sono nato in Australia, sono cresciuto a Roma e ho vissuto nove anni negli States. Ma ogni volta che torno in Calabria mi sento a casa, più di qualsiasi altro posto. Bisogna avere rispetto della terra, della cultura: il Sud è casa mia”.

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