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I 60 anni di Scialpi: “Ma lo zero non lo calcolo. Sono vivo grazie al peacemaker e ora mi risposo”

I 60 anni di Scialpi: “Ma lo zero non lo calcolo. Sono vivo grazie al peacemaker e ora mi risposo”. I 60 anni di Scialpi, il cantante riparte con i concerti, un nuovo amore e una nuova destinazione lontano dall’italiano, ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Compio 60 anni, ma lo zero non lo calcolo proprio. Chiederò un triciclo come regalo di compleanno».

[…] Ha detto che va a Los Angeles a trovare un fidanzato che non vede da un anno…
«In realtà ci sentiamo tutti i giorni, in videochiamata. Abbiamo sessant’anni, i furori giovanili li abbiamo abbandonati, una relazione alla nostra età ha bisogni diversi, vive di altre cose. Quest’anno Leo non può venire in Italia, dunque andrò io, starò due settimane poi ritornerò, ho una serie di “ospitate” e concerti. Canto i miei successi nelle piazze dei comuni che mi chiamano. A fine settembre, invece, farò la “data zero” all’Auditorium di Roma di quella che sarà una tournée nei teatri, dove manco da una decina d’anni».

Lei era già stato sposato…
«Sì, con Roberto Blasi, siamo stati sposati sei anni, per me un amore travolgente. Oggi siamo in ottimi rapporti. A fine anno, non appena otterò il divorzio, con Leo (che in realtà si chiama Uwel Bankston, Leo perché è del segno del leone) programmiamo di sposarci. Lui vorrebbe che andassi a vivere a Los Angeles, io penso che forse dovremmo cercare un posto dove la vita costa meno. Tipo Malaga, in Spagna… Lui ha una ex moglie a cui deve a vita gli alimenti. Hanno divorziato sette anni fa, da allora ha cambiato vita — ha cambiato tutto. La figlia lo ha reso nonno, ma è giovanile, come me. Deve stare al mio passo…».

I 60 anni di Scialpi: “Riparto coi concerti e mi risposo”

[…] Qualche anno fa è stato operato al cuore, ha dovuto farsi impiantare un peacemaker…
«È successo dopo “Pechino Express”, sono tornato piuttosto malconcio, del resto se hai problemi di salute mentre sei nella foresta pluviale dove vai? Non bevo e non mi drogo, direi anzi che sono un tipo atletico. Ma l’80 per cento del mio cuore non batte più, più precisamente il 35 per cento di un ventricolo, il 40 di un atrio. Sono vivo grazie al peacemaker… Gli ultimi esami che ho fatto la settimana scorsa sono andati bene, la cardiologa che mi segue era entusiasta, il mio cuore ha fatto un battito cardiaco da solo, che felicità!».

Fa una vita limitata?
«Certo, ho dei limiti, non posso andare più andare alla stessa velocità di prima. Però su La8 ho partecipato a “Name That Tune – Indovina la canzone”, ero il cantante misterioso, dopo la performance Enrico Papi, il conduttore, ha esclamato: grandissima energia! La cardiopatia “accorcia” il fiato, quindi c’è bisogno di un maggiore allenamento. Sul palco non mi sono ancora sperimentato: un conto è fare una canzone una tantum, altra cosa è affrontare un’ora e mezzo di concerto. Ma credo con un buon allenamento di poterlo sostenere».

Nel marzo scorso ha confessato di avere problemi di indigenza. Superati?
«No, ma non sono il solo a vivere in condizioni di povertà. Lo stop a ogni attività imposto dal lockdown ha peggiorato le cose. Non dovrebbero essere le multinazionali a ricevere aiuti e “ristori” dallo Stato, ma le etichette più piccole, indipendenti. Conto sui concerti per riuscire a tornare ad avere una vita “normale” e potermi permettere di andare dal dentista. Come tutti. E se proprio non riuscirò, be’ forse aprirò un localino a Malaga».

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