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Drusilla Foer: “Dopo Sanremo la mia vita è cambiata per un aspetto. Tina Turner? Fingiamo che quelle cose non le abbia mai dette”

Drusilla Foer: “Dopo Sanremo la mia vita è cambiata per un aspetto. Tina Turner? Fingiamo che quelle cose non le abbia mai dette”. Drusilla Foer sul dopo Sanremo e non solo, la conduttrice si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Chi amava nella tv degli anni dell’Almanacco?
«Mina, Totò, Vittorio De Sica, Johnny Dorelli, Sandra e Raimondo, Bice Valori e Paolo Panelli, Sandra Milo, Paolo Poli: era una televisione baciata da Dio, con protagonisti che avevano fatto l’avanspettacolo. Lì se non sapevi lavorare il pubblico ti tirava la frutta!».

Quest’anno ha affiancato Amadeus in una delle serate del Festival. Dopo Sanremo come le è cambiata la vita?
«È tutto più semplice: non devo più far capire chi sono».

Allora mi perdonerà se le chiedo di raccontarsi un po’ a Sorrisi. Ha vissuto la prima parte della sua vita a Cuba. Che ricordi ha?
«Pochi, perché in quanto figlia di un diplomatico ero molto protetta e non potevo vivere la città… Ricordo un palazzo in Plaza de Armas a L’Avana, con un cortile ombroso e il portone di uscita bagnato di una luce accecante. Mi sentivo protetta e rassicurata lì dentro, ma la luce all’esterno era qualcosa di incredibilmente energico. A volte mi avvicinavo per sentire i rumori, gli odori di fuori, la gente che rideva, che parlava, e credo che sia nata da lì la mia urgenza di capire cosa succede “là fuori”. Sono rimasta a Cuba fino a circa 14 anni, poi ho viaggiato molto: Madrid, Parigi, Bruxelles, New York…».

Drusilla Foer: “Dopo Sanremo la mia vita è cambiata”

[…] A New York aveva aperto un’attività…
«Sì, un negozio dell’usato. Il “Second hand Dru”, un posto fantastico, nel Village, un ritrovo di artisti ma non solo. C’era il giornalaio appassionato di temi sociali, poi c’era la pop star un po’ vanitosa. Intellettuali. Imbianchini. Dei grulli estrosi. Io offrivo il pane con l’olio e il Chianti della mia fattoria. Era uno stanzone con quattro divanacci comprati usati e gli abiti appesi nelle grucce. Lì per la prima volta ho capito l’importanza dell’unicità delle persone, perché era un luogo di scambio, di confronto e di generosità».

È vero che ha girato l’America in moto con Tina Turner?
«Sarebbe una balla enorme se non fosse vero! Ma quella era una mia modalità un po’ vanesia di allora, per incantare il pubblico del web, ora facciamo finta che quelle cose non le abbia mai dette».

Mica facile: sono aneddoti gustosi…
«Allora diciamo che ho fatto cose molto audaci con persone molto famose. Ecco (ride)».

Ha detto: «Mi sto simpatica ma non mi amo». Perché?
«Io un po’ mi amo ma poi mi dico: “Però sei noiosa, polemica”».

Noiosa?
«Quando non seguo il flusso delle cose e mi oppongo con la pignoleria. Devo essere preparata, pronta… mamma mia che noia! Un rigore esagerato».

Da sempre?
«Sì. Nonostante sia stata una pazza che negli Anni 80 andava ai rave party ad Amburgo…».

L’immagine di lei ai rave party non combacia con quella elegante di adesso. Le sue mise così chic come nascono?
«Sono sempre stata fatta male, ero una bambina “brindellona” senza forme. Ho dovuto imparare ad accogliere le mie caratteristiche fisiche. Sono troppo alta, ho le braccia lunghe. Se vede, in fondo vesto sempre uguale. Sa cosa mi diceva la mia sarta da bambina?».

Che cosa?
«Signorina, mi sembra di vestire una scimmia… Ma di viso lei è una pittura!».

Cosa la aspetta adesso?
«Una tournée estiva di “Eleganzissima” e la concretizzazione di un progetto discografico. E poi… alla mia età intanto si tende a superare l’estate (ride)».

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