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Riccardo Scamarcio: “Agricoltore per scelta, la rivoluzione parte dalla terra. Io padre instupidito, mi squaglio…”

Scamarcio: “Agricoltore per scelta, la rivoluzione parte dalla terra. Io padre instupidito, mi squaglio…”. Riccardo Scamarcio agricoltore per scelta, l’attore pugliese, 42 anni, parla del suo legame con la terra e della sua azienda in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Nessuno nella mia famiglia ha fatto l’agricoltore, per me è una scelta di vita, mi piace definirmi zappattore. Produco vino e olio biologici, ormai la mia è una piccolissima realtà consolidata. È anche un modo per capire dove va il mondo: se vuoi fare la rivoluzione devi partire dalla terra».

[…] interpreta Elio De Angelis, in Alla vita, un gallerista che inizia a occuparsi dell’azienda agricola dopo la morte del padre.
«Ci unisce il legame con la terra. Nel suo caso, un rapporto quotidiano. Ha ereditato la proprietà di famiglia e si trova a mandarla avanti tenendo fede al suo senso dell’onore. Ha questo cliente, il signor Zelnik, capofamiglia di una famiglia ebrea ultra-ortodossa di Aix-Le-Bains che ogni estate passa un periodo da loro e per cui produce cedri kosher» […]

Anche lei da ragazzo è partito, andò a Roma per studiare al Centro sperimentale.
«Non avevo come lui bisogno di rompere, c’era in me un po’ di ribellione da ragazzo ma, se avessi potuto, avrei fatto l’attore già a Andria. Ora sto bene, vivo tra Roma e Puglia».

Scamarcio: “Agricoltore per scelta, la rivoluzione parte dalla terra”

[…] Tratta anche di paternità. È cambiato il suo modo di vederla da quando è nata sua figlia?
«Sono diventato padre al cinema già da diversi anni, per esempio nel bellissimo film La prima luce di Vincenzo Marra. Diciamo che mi sono allenato».

Che padre è?
«Un po’ instupidito, mi squaglio. La vita ci insegna che il tempo è il bene più prezioso, con il passare degli anni capsici perché tuo padre ti diceva certe cose».

Da produttore come sceglie i progetti?
«Provo a fare dei film che abbiano un imprinting un po’ politico, che mettano in luce aspetti culturali della nostra penisola. Che facciano sognare e emozionare e lancino riflessioni. Il cinema per me è luogo di evasione e libertà».

[…] Quando vedremo «L’ombra di Caravaggio» di Placido?
«Non si sa ancora. Una grande storia. Hanno cercato di osteggiare un artista con un talento pazzesco, un innovatore per tecniche e capacità di comunicare. Ha fatto diventare santi e madonne le persone normali, straccioni, prostitute. Lo vedo come Elvis Presley, Freddy Mercury: una star che non ha paura di esprimere ciò che pensa. Un talento così assoluto che pure i suoi detrattori se ne innamorano».

Vent’anni fa il suo esordio con «La meglio gioventù».
«Un’esperienza magnifica, molto formativa, a proposito di rapporti umani. Mi ha dato l’imprinting. Ricordo il primo giorno, il mio primo su un set cinematografico, in Toscana con Lo Cascio, Gifuni, io ancora a scuola. Alla fine mi sono trovato a giocare a pallone con Marco Tullio Giordana e gli attori. Poi grigliata. Ho detto: questo è il paradiso».

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