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Elena Sofia Ricci: “Paura? Ogni tanto una. Nel 2017 ho avuto un momento di sconforto. E sulle mie figlie…”

Elena Sofia Ricci: “Paura? Ogni tanto una. Nel 2017 ho avuto un momento di sconforto. E sulle mie figlie…”. Elena Sofia Ricci e la paura che ogni tanto l’attraversa, l’attrice toscana, 60 anni, ripercorre le tappe più significative della sua vita in una intervista a ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] il prossimo ruolo in cui la vedremo: Teresa Battaglia nella miniserie Fiori sopra l’inferno di Carlo Carlei.
«Una profiler tostissima in bilico tra i mostri fuori, i serial killer con i quali ha a che fare per lavoro, e i mostri dentro, l’Alzheimer che le sta portando via pezzi di memoria… Se dovesse succedere a me? È un lampo di paura che ogni tanto mi attraversa».

[…] Il suo vero esordio, però, è stato al cinema, oppure Wikipedia si sbaglia?
«In un film bruttissimo: Canto d’amore, con Lino Capolicchio, che è mancato lo scorso maggio».

Addirittura «bruttissimo»?
«Brutto, via! La regista, Elda Tattoli, voleva Isabelle Huppert, ma era molto, molto più cara di me: io frequentavo l’ultimo anno di liceo e non costavo nulla, nemmeno il rimborso della metropolitana per fare avanti e indietro Acilia – Cinecittà. Mi ha scelta senza provinarmi. Alla fine mi ha cambiato il nome in Elena Uber, perché secondo lei con Elena Sofia Ricci non sarei andata lontano, e mi ha doppiata. Ecco, forse, quest’idea è stata giusta: ero acerba. Nonostante tutto, ho continuato a desiderare di recitare».

Ha mai smesso di desiderarlo?
«Non che ricordi. Però, nel 2017, mentre giravo Che Dio ci aiuti e non arrivava altro, perché il cinema non mi considerava a parte Ferzan Özpetek e Ricky Tognazzi, ho avuto un momento di sconforto: non posso morire (professionalmente) vestita da suora a 55 anni! In quel momento ho deciso di tornare al teatro, che avevo abbandonato per stare vicino alle mie due figlie: nella libreria di casa ho trovato Vetri rotti di Arthur Miller, era lì da 25 anni – ho fatto i conti –, ma non l’avevo mai aperto, aspettavo l’età giusta. Si è sbloccato qualcosa: mi ha chiamata il mio agente per dirmi che Paolo Sorrentino chiedeva di vedermi. Paolo Sorrentino voleva me, quella nazional-popolare? Ho pensato che avesse sbagliato numero».

Elena Sofia Ricci: “C’è un premio a cui tengo di più”

[…] Quando guarda se stessa, in tv come al cinema, che cosa vede?
«Una che si piace quasi sempre».

[…] Allora, lasciamo parlare i premi: qual è quello che la rende più orgogliosa?
«La menzione speciale che la giuria dei Nastri d’Argento 2022 ha attribuito a Grido per un nuovo Rinascimento, la cronaca di una mobilitazione a cui ho lavorato insieme a mio marito (il compositore Stefano Mainetti, ndr) e a mia sorella (l’esponente mondiale di danza contemporanea e aerea Elisa Barucchieri, ndr) e che ha coinvolto attrici e attori, autori, musicisti, registi, tecnici e maestranze di oltre 150 associazioni di categoria nel nome del diritto al lavoro. L’emergenza Covid ha rivelato il bisogno di ridiscutere il sistema di finanziamento pubblico e privato alla cultura. Sto facendo la mia parte per consegnare a chi raccoglierà il testimone più garanzie e tutele».

Elena Sofia Ricci: “Paura? Ogni tanto una”

Si è mai trovata nella condizione di dover scegliere tra famiglia e carriera?
«Sono rimasta incinta di Emma (avuta con il collega Pino Quartullo, ndr) mentre stavo girando Caro maestro: la regista Rossella Izzo, Marco Columbro e tutti i membri del cast erano felici. Sono stata sul set fino al settimo mese, mi allargavano le gonne e io ero uno splendore. Quando ho scoperto di aspettare Maria, avevo 42 anni, la parte di Anna in Orgoglio 2 e la convinzione che non avrei avuto altri figli: io e Stefano avevamo accantonato l’idea, perché ci avevano detto che sarebbe stato difficile. E invece, un, due, tre: puff, ecco la mia secondogenita. Goffredo Lombardo, il produttore gigante che io porto nel cuore, non ha reagito come speravo: si è arrabbiato, mi ha scritto una lettera di fuoco con la sua penna verde. Ma era un uomo d’altri tempi, che ha messo la firma su La ciociara e Il Gattopardo. Dopo aver scalpitato un po’, si è quietato e ha fatto un regalo meraviglioso a Maria. Mi sta venendo in mente quel genio di Luisa Spagnoli che, oltre ad aver inventato i Baci Perugina, nei primi del Novecento ha destinato una parte delle sue fabbriche agli asili nido: lei era troppo avanti o noi siamo troppo indietro affannandoci dietro a polemiche tristi e uscite antifemministe?».

Lei che mamma è?
«Ingombrante. Una rompiscatole senza precedenti. Poco simpatica, sempre pronta a rimproverare. Insomma, la madre che non vorrei essere».

[…] A che punto sono della ricerca le sue figlie?
«Emma ha studiato pianoforte, si è laureata in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo e adesso si sta preparando per fare l’attrice: dopo averla respinta, sembra aver intrapreso la direzione giusta. Maria frequenta il quarto anno di liceo linguistico, ha una capacità straordinaria di indagare l’animo umano».

Elena Sofia Ricci: “Nel 2017 ho avuto un momento di sconforto”

È più difficile essere giovani oggi o crescere negli anni ’70?
«Temo essere giovani oggi. Emma ha 26 anni e ha schivato lo tsunami dei social, Maria invece no. Lei e i suoi coetanei stanno dentro queste scatolette (indica il cellulare, ndr) per colmare il vuoto con il vuoto, alla ricerca di modelli folli, vacui. Senza contare la pandemia e la guerra: sognare sembra vietato, isolarsi ancora di più nel mondo virtuale una reazione. L’unico argine è spingere sulla cultura, affinché non siano facili prede da manipolare».

Com’è stata la sua di adolescenza?
«Faticosa. Sopraffatta dall’insicurezza e dalla malinconia, le conseguenze di essere stata abusata a 12 anni. Ero incline alla depressione, posseduta da Schopenhauer, Leopardi e gli altri pessimisti. Non mi piacevo, non mi sentivo a mio agio negli abiti che andavano di moda allora. Mi sono buttata nelle battaglie sociali e politiche, sperando con il mio impegno di colpire i ragazzini che mi facevano battere il cuore. Ovviamente funzionava malissimo. Non sentirmi amata, desiderata ha solo peggiorato la situazione».

A ciò si aggiunga l’assenza di sua padre, che ha ritrovato a 30 anni, insieme a sua sorella e ai suoi fratelli.
«L’analisi mi ha aiutata. Non che adesso sia una donna risolta. Continuo ad avere i miei nodi di dolore, i miei buchi neri. Però li conosco meglio, li ho accettati e quasi ho imparato a voler loro bene. Sa che cos’altro ricordo della mia adolescenza?».Che cosa?
«Non vedevo l’ora di avere 40 anni, perché qualcosa mi diceva che sarebbero stati i più belli. Avevo ragione: sono stati il mio periodo d’oro, tra consapevolezza ed esplosione estetica».

I 60 come sono?
«Intanto sono pubblici: un quarto d’ora dopo che è scoccata la mezzanotte del 29 marzo, Wikipedia aveva già aggiornato la mia pagina. Non riesco più a far corrispondere corpo e mente: ho energia creativa e voglia di mettermi in gioco da vendere, ma il fisico mi ferma. E poi guardo avanti e non è che ho tutta questa vita davanti».

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