Pennetta: “Moya? Quel tradimento il regalo più bello della vita. Ho quasi messo le mani addosso a una tennista”. Flavia Pennetta su Moya e non solo, l’ex tennista fieramente pugliese, 40 anni, si racconta rivelando alcuni retroscena sulla sua vita privata e professionale in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
[…] Invece di quel clamoroso trionfo a New York contro ogni pronostico nella stagione in cui Serena Williams doveva realizzare il Grande Slam, che ricordo conserva?
«La fifa blu che avevo la mattina della finale contro Roberta Vinci. Ero mangiata dall’ansia, in preda a un pianto isterico. A ripensarci ora, mi faccio ridere da sola. Solo io sapevo che quello sarebbe stato il mio ultimo Grande Slam e la vittoria di Roberta in semifinale su Serena Williams mi aveva caricata di una responsabilità mostruosa: io Serena non l’ho mai battuta in vita mia. Sette sconfitte, molte nette. Ho pensato di rinunciare, di non presentarmi».
Sarebbe stato un delitto. Come ha sciolto la tensione?
«Andando a passeggiare per Manhattan, io con i miei pensieri».
Pennetta: “Ho quasi messo le mani addosso a una tennista”
Crede nel destino?
«Credo in un destino che ci creiamo noi, con le nostre scelte. Nessuno ti obbliga. Poi nella vita ci vuole anche culo ma tu devi essere positivo: se vedi nero, le occasioni ti passano sotto il naso senza che tu te ne accorga».
Fabio Fognini è stato un’occasione?
«È stato un innamoramento dopo anni di amicizia, durante i quali abbiamo avuto altri partner. Fabio è un buon compagno di vita, il marito che mi aspettavo. Sembrerà strano che io lo dica, ma è un uomo paziente. La pazienza che non ha in campo la tiene per la famiglia. I maschi spesso sono immaturi, tendono a rimanere sempre nel ruolo di figli, faticano ad affrancarsi dalle famiglie d’origine. Fabio è cresciuto e migliorato, senza sfuggire alla regola. Grazie a Dio con sua madre e suo padre, che mi conoscono da secoli, vado d’accordissimo».
[…] Cosa gli regalerebbe di sé?
«Un pochino della mia razionalità e della mia — perché no? — paraculaggine. A Fabio mancano i filtri: o non parla o dice tutto, senza mezze misure. Infatti a fine carriera lo vedrei bene in un salotto televisivo a parlare di sport. Oltre a capirne, creerebbe dibattito».
Pennetta: “Moya? Sono svenuta e ho perso 11 chili”
Avete lasciato Barcellona per Milano. Perché?
«Perché è ora di pensare al futuro. Barcellona è la casa dove nel 2015 è nato l’amore con Fabio, l’abbiamo comprata insieme. Ricordo ancora il panico prima del rogito. Ho chiamato mia mamma: mà, aiuto! E lei: tranquilla Fla, stai comprando un appartamento, non è che ci stai facendo un figlio. Come no. Ne avrei fatti tre…».
[…] L’idea di un figlio che segua le orme di mamma e papà le piace?
«Perfetto! Io ne sarei entusiasta, Fabio meno. Ma insomma l’importante è che i figli abbiano una passione e la coltivino, che ci sia qualcosa che gli toglie il fiato come il tennis a noi».
Il torneo delle leggende vinto al Roland Garros in doppio con la Schiavone le ha fatto venire qualche prurito? In fondo Serena Williams, che è tornata a giocare sull’erba inglese, ha solo cinque mesi più di lei.
«Per carità! Accettare di giocare a Parigi è stato un regalo a me stessa: non facevo qualcosa per me da tanto tempo. Tre figli sono un bell’impegno, Fabio spesso è via per i tornei: quando il carico diventa eccessivo e mi sento tutto il peso addosso, sbotto. È normale».
[…] La collega più simpatica?
«Francesca Schiavone e Gisela Dulko, argentina, mia storica compagna di doppio».
La più odiosa?
«Non risponderò Maria Sharapova, come si aspetta, perché la russa Rodionova era peggio: letteralmente insopportabile. Una volta, a Cincinnati, le ho quasi messo le mani addosso: Gisela ha dovuto separarci».
La fama di Flavia Pennetta acqua cheta crolla miseramente anche sotto il dito medio che mostrò, una volta impegnata in Federation Cup in Francia, all’arbitro.
«Una scemenza che non pagai con la squalifica solo perché l’arbitro non se ne accorse! Mi è andata bene. Il giorno dopo mi seppellirono di fischi: giocai con le orecchie bassissime».
Pennetta: “Moya? Quel tradimento il regalo più bello della vita”
Rifarebbe tutto?
«Tutto. Anche gli errori che ho commesso, e ne ho fatti, sono stati errori giusti. Certi momenti di coppia, certi fidanzati… Ciascuno, con il senno di poi, ha avuto un senso».
Pensa all’ex numero uno del mondo spagnolo Carlos Moya, oggi allenatore di Rafa Nadal, che la tradì su una rivista di gossip?
«Non è andata proprio così».
Come andò?
«A Carlos, che mi ha messo le corna, devo dire grazie perché se fossi rimasta con lui avrei smesso molto prima e non avrei mai vinto quello che ho vinto. Andiamo a dormire, buonanotte amore. Il giorno dopo sto giocando un match contro Cibulkova, che a fine set va in bagno. Ne approfitto per sbirciare il telefonino, c’è un messaggio di Carlos: chiamami. Oddio, è morto qualcuno, penso. Perdo l’incontro in cinque minuti, lo richiamo: cosa è successo? Tutto bene, dice lui, però sono uscite su un giornale delle foto con una mia amica a Amsterdam… E cosa state facendo, chiedo? Ci baciamo, risponde. Spatapam, sono caduta in terra, svenuta. Ho perso 11 chili in sei giorni: non mangiavo, non dormivo, non respiravo. L’avevo idealizzato, dopo l’ho capito. E invece mi ha fatto il regalo più bello e prezioso: lui poi si è sposato con l’amore della sua vita, a me ha ridato la vita».
Ma insomma Flavia, chi è la più grande tennista italiana di sempre: Francesca Schiavone che ha vinto il Roland Garros 2010 o lei che ha conquistato l’Open Usa 2015?
«Francesca è stata la prima a prendersi uno Slam, io la prima top 10 azzurra della classifica mondiale. In più, ho un torneo Master 1000 che lei non ha. Vale più Parigi o New York? Con Fra, pur volendoci un gran bene, ne discutiamo spesso. E allora facciamo che valgono pari: l’amicizia è più importante dei record».
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