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Spettacolo

Sophie Marceau: “Io la Tom Cruise del cinema francese. Un momento ha cambiato tutto e ho avuto due grandi fortune”

Sophie Marceau: “Io la Tom Cruise del cinema francese. Un momento ha cambiato tutto e ho avuto due grandi fortune”. Sophie Marceau la Tom Cruise del cinema francese, l’attrice 55enne si racconta ripercorrendo le tappe più significative della sua carriera in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

La ricerca di conferme è una delle molle che muove molti dei suoi colleghi. Non è il suo caso?
“Non sono mai andata in cerca di conferme. Nemmeno da giovanissima, quando ero inesperta e ne avrei avuto tutte le ragioni. I miei inizi non sono stati graduali. Sono partita a grande velocità e sono andata subito in alto (aveva 14 anni quando esordì nel Tempo delle mele, ndr). Ma ho lavorato con gente incredibile e ho fatto sempre quello che volevo. Due grandi fortune”.

Sophie Marceau: “Io la Tom Cruise del cinema francese”

Anche nel suo ultimo film, che sarà il primo della retrospettiva, dopo la presentazione al festival di Locarno, Une femme de nostre temps di Jean-Paul Civeyrac, è una donna determinata: commissaria di polizia, integerrima ed esigente anche con sé stessa. La sua vita però precipita alla scoperta del tradimento del marito.
“Un titolo come questo, “Una donna del nostro tempo”, attira l’attenzione. In effetti è una donna che prende in mano il suo destino, ma il destino le sfugge perché la vita è così, non possiamo decidere tutto. Lei ha trovato un equilibrio, ha un marito straordinario, una figlia che la adora, una bellissima casa. I poliziotti hanno vite dure, vedono cose terribili, hanno bisogno di un contraltare per ancorarsi alla realtà e lei l’ha costruito per sé. Ma la vita le prepara altro e lei, malgrado tutto, onesta, integerrima, esigente, anche con sé stessa, seguirà il proprio codice d’onore”.

Un ruolo molto fisico, ha dovuto imparare a tirare con l’arco. Ha avuto una controfigura per le scene più atletiche?
“Ah no! Io non ho mai la controfigura! Sono la Jean Paul Belmondo, la Tom Cruise del cinema francese! Anzi, quando ero più giovane avrei adorato fare più scene d’azione nei miei film. E ho molto amato il lavoro con l’arco, è allo stesso tempo fisico e mentale, mi ci sono impegnata molto, volevo che il risultato fosse bello. Per tirare fai movimenti che sono davvero cinematografici, il corpo è interamente concentrato sul gesto, il controllo su di sé deve essere totale. Quando si lascia partire la freccia, il corpo parte con lei e deve essere in perfetto equilibrio, basta una piccola tensione in un muscolo della spalla per mancare il bersaglio. C’è una grande armonia attorno a questo gesto e io trovo che sia l’arco il vero protagonista del film. Il mio personaggio gli assomiglia: quando per lei comincia il processo di presa di coscienza dell’imperfezione, della bugia della sua vita, diventa inarrestabile. E va dritta al bersaglio”.

Sophie Marceau: “Un momento ha cambiato tutto”

[…] È un po’ lo stesso destino degli attori, e delle attrici soprattutto, quando come ha detto lei diventano destinatari di «un amore folle».
“Ma bisogna proteggersi dagli amori troppo intensi. Avrei potuto fare 150 “tempi delle mele”, se avessi voluto. Mi avevano messo davanti un’autostrada, potevo percorrerla e arrivare a trent’anni così, travolta dall’adorazione generale. Però ho avuto la curiosità di andare altrove, senza sapere granché sul mestiere di attrice. Ma non possiamo impedire a chi ci guarda, e forse ci ama, di posare uno sguardo pieno di aspettative su di noi. Questo l’ho capito presto. Per contraddire le aspettative ci vuole coraggio e incoscienza: è quello che fece Orson Welles con Rita Hayworth, le tagliò i capelli e la tinse di biondo (per La signora di Shanghai, ndr). Uno scandalo! Non era più lei… Ma quel film è diventato parte della storia del cinema e lei con lui. Del resto, io ho sempre voglia che mi chiedano di fare cose inaspettate”.

Claude Pinoteau in Merci la vie! Aventures cinématographiques raccontava il provino che le fece per Il tempo delle mele: «Quando è arrivata con suo padre in ufficio al 15, rue Madeleine-Michelis a Neuilly, è stato subito amore a prima vista. A differenza di altre adolescenti, era più seria, con il lieve sorriso di una Gioconda. Si teneva dritta, affascinante, disponibile…». Si riconosce?
“Quel momento ha cambiato tutto. E se nessuno ti insegna a essere attrice, ancor meno ti viene insegnato come essere famoso. Io ho cercato per tutta la vita, mentre le cose cambiavano, di continuare a essere in armonia con me stessa, anche quando è capitato che mi linciassero in piazza e subito dopo mi adorassero. Il percorso è stato lungo, improvvisamente, a 13 anni sei qualcun altro, ti cambiano persino il nome”.

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