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Zelensky: “Meloni? Ci sostiene e mi ha assicurato una cosa. Berlusconi usa parole di Putin ma ha quasi 90 anni…”

Zelensky: “Meloni? Ci sostiene e mi ha assicurato una cosa. Berlusconi usa parole di Putin ma ha quasi 90 anni…”. Vladimir Zelensky su Meloni, Berlusconi e non solo, il presidente ucraino parla dei rapporti con il nuovo governo italiano in una intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Il presidente ucraino ha espresso il suo pensiero sul nuovo governo Meloni, di cui però fanno parte componenti rilevanti che si sono espresse a favore della Russia. «Per ora posso solo parlare in modo positivo del vostro governo appena insediato, nessuna impressione negativa. Ho avuto una conversazione telefonica con la nuova premier che si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa».

Su Berlusconi, però, Zelensky ha delle remore: «Berlusconi ha persino utilizzato le stesse espressioni e la narrativa di Putin. Non ho visto in quelle frasi le opinioni personali di Berlusconi, si è limitato a ripetere quelle di Putin e ciò mi spaventa meno. Lo vota solo l’8 per cento degli italiani e questa è la risposta confortante del vostro elettorato, ciò mi basta… Comunque, ha quasi 90 anni e gli auguro di restare in buona salute».

Zelensky: “Meloni? Ci sostiene e mi ha assicurato appoggio”

E quando gli chiedono cosa risponde a chi sostiene che l’Italia potrebbe diventare il cavallo di Troia della Russia per indebolire l’atlantismo europeo, il presidente ucraino risponde cosi: «Vedo che il popolo italiano sostiene davvero l’Ucraina. Ma è una sfida difficile, comporta un lavoro quotidiano contro l’invasione russa lo vedo io stesso ogni giorno, a costo di sopportare nuove incertezze economiche. So che è difficile rinunciare a fare affari facili con la Russia nel breve periodo, si rischia una certa instabilità economica, ma è per il futuro della stessa stabilità, democrazia, civiltà e libertà europea».

«Sta a me cercare la pace? Sappiamo bene: è la nuova narrativa. Io ho sempre voluto parlare, ma non con la pistola puntata alla tempia. Sin dall’inizio non è stato un dialogo, ma una lunga serie di ultimatum imposti con la forza da Putin. I russi sostenevano che venivano a difendere chi parlava russo, ma in verità le violenze peggiori le hanno perpetuate a Kharkiv, Mariupol e nelle zone dove prevalevano la cultura e la lingua russe. Se volete il dialogo non occupate una centrale nucleare, non uccidete civili, non sparate oltre 130 missili in un solo giorno. Non è nelle mie mani di fermare la guerra: ciò che posso fare è non perderla, combattere per difendermi, sono loro che hanno invaso la nostra terra per massacrarci e lo hanno iniziato sin dal 2014 occupando la Crimea. Si combatte in Ucraina, non sul territorio russo. Se si ritireranno, allora sarà possibile iniziare a trattare e cominciare a convivere da Paesi vicini».

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