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Italia, Messi ultimo baluardo di una frustrazione calcistica che dura da 40 anni

Italia, Messi ultimo baluardo di una frustrazione calcistica che dura da 40 anni. C’è un popolo che guarda i Mondiali con la speranza che la propria nazionale trionfi. E c’è un popolo che guarda i Mondiali sperando che la stessa nazionale vinca per dare sfogo a una frustrazione che lo tormenta da anni. Stiamo parlando di Argentina e Italia, 105 milioni di persone legate a livello calcistico da una leggenda: Diego Armando Maradona. Un mito che però crea sentimenti opposti soprattutto per una parte della frangia nostrana.

Ieri sera la nazionale albiceleste ha battuto il Messico nel secondo match della fase a gironi di Qatar 2022, ad aprire le marcature ci ha pensato Messi con un sinistro piazzato dal limite dell’area, realizzando così la sua ottava rete in 21 partite disputate nei cinque mondiali a cui ha preso parte. L’ex bandiera del Barcellona ha eguagliato Maradona in questa statistica ed è diventato ufficialmente l’ultimo baluardo italiano di una frustrazione calcistica che dura da ormai quasi 40 anni. Si, perché i titoli dei giornali di oggi sono accomunati dalle stesse 3 parole: “Messi come Maradona”.

I titoli cloni (fantasia portami via) riaprono infatti un dibattito che sostanzialmente non interessa ai tifosi argentini, che sperano solo di vincere il Mondiale. E non interessa ai tifosi del Napoli e di Maradona in Italia, che nemmeno si sono mai posti il dubbio, né tanto meno si sognano di imbastire un paragone che non può esistere. Interessa invece a chi da anni ha messo in piedi il teatrino del confronto, una cerchia ristretta di presunti esperti che giudica in base a trofei e vittorie, dimenticando la vera essenza del Calcio. Tra l’altro la stragrande maggioranza di chi oggi scrive e legge quei titoli e che propone il confronto, ha visto giocare Maradona solo su Youtube (sic).

Italia: “Messi come Maradona”. E la frustrazione continua…

Intanto la maglia indossata da Maradona nella famosa partita della mano di Dio, viene venduta all’asta per 9 milioni e 100mila dollari, un prezzo record per qualsiasi cimelio sportivo mai venduto nella storia dell’umanità. Il pallone di quella stessa partita, dove Maradona ha realizzato quello che tutto il mondo (tranne sempre la frangia frustrata italiana) ha consacrato come il gol del secolo, è stato venduto per 2 milioni e 400mila dollari. Nel giorno della morte del fuoriclasse mezzo argentino e mezzo napoletano il mondo si è fermato. E lo scorso venerdì, 25 novembre, è accaduto più o meno lo stesso a due anni dalla scomparsa.

Inutile disquisire di qualità mostrate in campo, parliamo di due ere diverse e di conseguenza risulta molto difficile far capire alla frangia frustrata italiana perché Maradona era un genio e Messi ‘solo’ un grandissimo calciatore. Sono molteplici le doti che hanno reso El Pibe de Oro una leggenda, doti che Messi non avrà mai e che tra qualche anno faranno dell’attaccante del Psg un grande ex calciatore e basta. Chi ha vissuto nello spogliatoio con Maradona, come Alessandro Renica e Ciro Ferrara, descrive esattamente l’essenza del mito. E poi c’è invece chi si fa quasi venire un infarto per un gol contro il modesto Messico (vedi Adani in telecronaca), alimentando la frustrazione di cui sopra.

“Maradona era drogato”, disse quello con Tony Montana tra le foto del profilo

Nel giorno che ricorda la scomparsa di Maradona e in quello di Messico-Argentina, il web ha proposto ogni genere di banalità, retorica e ipocrisia. Nei commenti dei vari articoli apparsi sulle edizioni online dei maggiori quotidiani nazionali ho letto commenti tipo “si ma era un drogato”, scritto da account che tra le foto sfoggia Tony Montana di Scarface. Ho letto di un paragone basato sui 7 palloni d’oro vinti da Messi con l’unico ricevuto da Maradona, scritto da chi si professa esperto di Calcio e non sa che ai tempi di Diego il pallone d’oro veniva assegnato solo a calciatori europei.

La cocaina non è doping perché non migliora le prestazioni sportive

Ho letto utenti fare continui riferimenti alla vita privata di Maradona, salvo poi idolatrare i vari Jim Morrison, Kurt Cobain, o addirittura abbracciare la filosofia di Freud. Tra i tanti però, devo ammettere, che la teoria dell’uso della cocaina per potenziare le prestazioni sportive è quella più divertente, perché denota l’ignoranza di chi la sostiene sia dal punto di vista scientifico che sportivo. La cocaina non è più considerata sostanza dopante proprio perché non migliora le prestazioni sportive. È quanto deciso dall’agenzia mondiale antidoping (Wada), che ha modificato il Codice rendendo lievissime le pene per chi viene trovato positivo a questa sostanza.

Insomma, il popolo dei sostenitori del confronto (4 gatti che non fanno rumore), stando ai fatti, di Calcio e di vita finora non hanno capito assai. E mentre in Italia questi ultimi sperano di vedere Messi alzare la coppa per continuare ad alimentare le speranze, ci sono argentini e napoletani, che sperano nel trionfo dell’Albiceleste in Qatar uni nel segno di una stella che con la sua luce continua ad illuminare e inondare di passione uno Sport bellissimo, oscurando sistematicamente la marea di gretta ignoranza.

Carmine Gallucci

direttore@brevenews.com

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