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Cinema

Alessandro Siani: “Amicizia? Vi spiego cos’è veramente. A Napoli esiste una figura precisa, mio padre lo era”

Alessandro Siani: “Amicizia? Vi spiego cos’è veramente. A Napoli esiste una figura precisa, mio padre lo era”. Alessandro Siani sull’amicizia e non solo, l’attore e comico napoletano spiega il suo concetto prendendo spunto dal suo nuovo film, in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi

Amicizia in vendita: Siani, ma come le è venuta l’idea?
«Leggendo su un giornale che a Tokyo un’agenzia affitta finti amici a chi si sente solo. Tra l’altro erano i giorni del Covid e mi sentivo solo pure io. Così ho cominciato a chiedermi quanti amici veri ha ognuno di noi, su chi possiamo contare… domande che faccio anche nel film. E alla fine del lockdown ho deciso di scrivere un copione sull’argomento in collaborazione con Gianluca Ansanelli e Fabrizio Testini. Lo spunto era perfetto per una commedia, ma dentro c’è anche un po’ di amarezza».

L’idea di vendere affetto può sembrare antipatica. Però bisogna dire che Lorenzo, il protagonista, ci mette tutto il suo impegno e ha pure una rigorosa “etica professionale”.
«Esatto. Al contrario di tanti falsi amici in circolazione lui non inganna nessuno: i patti col cliente sono chiari, nero su bianco. E infatti quando gli chiedono di farsi amico Alberto Dessè, l’industriale interpretato da Max Tortora, fingendo di incontrarlo per caso, ha una crisi di coscienza. Ma si tratta di un’emergenza, con centinaia di operai da salvare dalla disoccupazione. E poi certo, è un professionista ed è pure caro. In genere si dice che chi trova un amico trova un tesoro. In questo caso si potrebbe dire: “Chi cerca un amico spende un tesoro!”».

Alla fine cos’è l’amicizia?
«È volere bene a qualcuno. Nella sceneggiatura ho scritto: “L’ombra che segue i passi dell’amicizia si chiama bene profondo”. Oppure potrei rispondere usando i titoli dei miei film. Ho cominciato girando “Si accettano miracoli” e “Mister Felicità”. Ecco, l’amicizia vera è un miracolo che ti dà felicità. E porta la pace».

Alessandro Siani: “Amicizia? A Napoli esiste il paciere, mio padre lo era”

Addirittura la pace?
«Sì, io rimpiango la figura del “paciere” tipica di Napoli, ma che esiste dappertutto. Mio padre era un grande paciere, uno che vede due che litigano e dice: “Ma non fate così, non è degno di voi! Venite che vi offro un caffè e ne parliamo con calma”. Oggi se uno vede due che litigano li filma col telefonino: chissà che non ci scappino un po’ di “like”… E se li vede discutere sui social si aggiunge alla rissa pure lui».

[…] C’è qualcosa di inaspettato che un amico ha mai fatto per lei?
«Eh, quand’ero ragazzino c’era questo compagno che invidiavamo tutti perché era il più “fico” della scuola e le ragazze impazzivano per lui. Ci lasciava solo “le briciole”… Finché un giorno mi disse la fatidica frase: “Vogliamo uscire a quattro?”. E così finalmente mi fidanzai, “tramite amicizia”. Quando andai a ringraziarlo disse: “Si, vabbè, però mo’ mica tengo la responsabilità per tutta la vita!”. Già temeva che mi lamentassi se fosse finita male».

E una cosa inaspettata che lei ha mai fatto per un amico?
«Era prima che ci fossero i navigatori stradali sui telefonini. Nel cuore della notte mi chiama un amico perché era rimasto fermo con l’auto sull’autostrada. Io prendo, vado dove mi ha detto, vedo una macchina in una piazzola d’emergenza, mi fermo… ma era la macchina sbagliata! E mi ritrovo a dare la mano a un tipo che non era il mio amico. Ormai mica potevo mollarlo lì, no? Poi insieme siamo andati ad aiutare l’amico giusto. Insomma due soccorsi di emergenza in una notte sola: un record!».

Chi è un suo vero amico nel mondo dello spettacolo?
«Potrei citare Christian De Sica e Gigi D’Alessio. O Nino D’Angelo. Ma anche Max Tortora e Maria Di Biase, che ho ritrovato in questo film dopo tanti anni. In tv facevamo insieme “Bulldozer” con Federica Panicucci. È scattato subito l’effetto “compagni di scuola”. Matilde Gioli, invece, è stata una scoperta. Perfetta per il suo ruolo che ha anche toni drammatici, come lei».

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