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Cronaca Sport

Manovra stipendi Juve, altro che carta Covisoc: la Procura di Torino invia alla Figc un nuovo faldone

Manovra stipendi Juve, altro che carta Covisoc: la Procura di Torino invia alla Figc un nuovo faldone. Dopo l’euforia per la vittoria al Tar che ha imposto alla Figc di desecretare il documento inviato dalla Covisoc, il popolo juventino torna con i piedi per terra e si ritrova a dover sperare in qualche altro cavillo. E questa volta deve essere molto importante, perché quello che sta per arrivare dal nuovo filone dell’inchiesta, ovvero la manovra stipendi Juve, sembra un vero e proprio armageddon.

Oltre alle accuse sulle manovre stipendi, ci sono anche i sospetti sulle partnership. Per questo motivo Giuseppe Chiné avrà una nuova proroga di 20 giorni, dopo che gli erano già stati concessi altri 40 giorni rispetto al primo termine fissato per la conclusione delle indagini. Secondo quanto riportato sull’edizione odierna del La Gazzetta dello Sport, il procuratore della Federcalcio e i suoi collaboratori avranno tempo fino alla fine di marzo.

Manovra stipendi Juve: la Procura di Torino invia nuovo faldone alla Figc

Questo ulteriore proroga richiesta alla procura generale sportiva si è resa necessaria dopo che la procura della Repubblica di Torino ha inviato l’ennesima, corposa, documentazione per il secondo filone di indagine nei confronti della Juventus dopo quello delle plusvalenze. Arrivati alla fine di questo mese, il procuratore Chiné deciderà se archiviare le accuse, ipotesi da escludere visto quanto emerso finora, o informare gli indagati della fine delle indagini e, dopo aver verificato la possibilità di eventuali patteggiamenti, procederà con i deferimenti.

Per gli accordi paralleli con i giocatori, manovra lecita ma se depositati in Lega e in Federcalcio, cosa non successa qui, la Juventus rischia un’ulteriore penalizzazione per violazione dell’articolo 4 (“mancata lealtà sportiva”). A rischiare sono anche i calciatori che potrebbero essere squalificati. L’arrivo delle nuove carte dai pm torinesi e la necessità di studiarle grazie alla proroga sposteranno inevitabilmente gli eventuali tempi processuali. Il Tribunale federale non potrà fissare l’udienza prima della seconda metà di maggio.

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