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Leo Gassmann: “Fidanzata? Sono single per un motivo. Genitori famosi? Ho dovuto combattere contro i pregiudizi”

Leo Gassmann: “Fidanzata? Sono single per un motivo. Genitori famosi? Ho dovuto combattere contro i pregiudizi”. Leo Gassmann sulla fidanzata, che non ha, e non solo, il cantante romano, 24 anni, figlio di Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz si racconta a cuore aperto in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] La prima chitarra a 7 anni: vocazione o imposizione?
«Me la regalò mamma e mi venne naturale imparare a suonarla. Ho fatto l’Accademia per 5 anni, ma in prima liceo ho lasciato: mi sentivo soffocare, era un esame ogni giorno, in fondo ero solo un bambino».

Però non ha mai smesso…
«Quando i miei amici facevano serata in discoteca, io andavo a suonare per strada. Roma di notte in centro si svuota, all’1 mi mettevo sotto gli ombrelloni dei ristoranti chiusi al Pantheon, o a piazza Navona. Suonavo per me, non per gli altri».

Mai raccolto soldi per strada?
«Beh sì, di giorno tiravo su 50/60 euro, ma non avevo neanche il permesso. Anche a Milano sui Navigli l’ho fatto, ma era per conquistare una ragazza… funzionò».

Laurea in inglese all’università di Roma: i suoi ci tenevano agli studi?
«Tantissimo. Volevano che mi laureassi forse anche perché loro non ci erano riusciti: mamma ha lasciato quando le mancavano pochi esami, papà ha iniziato a lavorare subito e nemmeno mio nonno era laureato. Ma non mi hanno forzato. La laurea è una fortuna, non tutti hanno la possibilità di studiare e io questo l’ho capito: è stupido perdere un’occasione così. L’istruzione dovrebbe essere alla portata di tutti: è bello studiare, ti apre gli orizzonti».

Leo Gassmann: “Fidanzata? Sono single per un motivo”

Alessandro Gassmann e Sabrina Knaflitz, entrambi attori: cosa le hanno insegnato i suoi genitori?
«Mio padre mi ha trasmesso il rispetto per le regole e il senso del sacrificio. Io e papà siamo molto simili nel modo in cui concepiamo il lavoro, non l’ho mai visto fermo da quando sono bambino, neanche il fine settimana, è una macchina da guerra».

E sua madre?
«Mamma mi ha insegnato la dolcezza, l’empatia. E la tranquillità. Se fossi cresciuto solo con papà sarei sempre a mille. Mamma mi calma, mi ha trasmesso serenità, non mi ha mai messo i bastoni tra le ruote, infatti è il motivo per il quale io ho sempre avvisato lei per prima sulle decisioni che volevo prendere, da X Factor a Sanremo. Ha sacrificato anche parte della sua vita per dedicare del tempo a me: non è mai mancata a nessuna recita scolastica, veniva a tutti i concerti, era in platea al provino di X Factor».

Suo papà non c’era?
«Lui non c’è mai stato, lavorava tanto e poi nelle situazioni pubbliche non voleva farsi vedere, non voleva smuovere niente, voleva che ottenessi i miei risultati da solo. Esserci sarebbe stato contro le regole della famiglia: costruirci da soli. Non riuscirei a dormire tranquillo se non fossi certo che mi sono meritato da solo quello che ho raggiunto. Preferisco inalare l’ultimo respiro su una piccola collina piuttosto che su una montagna che non so chi ha costruito».

Quanto pesa il cognome?
«Ognuno nella vita deve combattere contre pregiudizi o stereotipi, io ho avuto quello del cognome. Forse per questo mi sono messo sempre molto alla prova, in gare dove dovevo dimostrare di essere all’altezza, come XF e Sanremo. Poi certo, so che ci sarà sempre qualcuno che penserà: hai vinto perché sei raccomandato; perdi perché non vali un cazzo».

Quante porte in faccia ha avuto?
«Un botto. Una bella forte dopo Sanremo 2020, avevo vinto e mi aspettavo di poter andare nei big: il fatto di non essere preso mi fece male. Amadeus però aveva ragione. Dopo l’ho capito…».

[…] I suoi modelli?
«Bennato mi prende in giro, mi ha chiesto a chi mi ispiravo e io ho risposto: Battisti, Dalla, Rino Gaetano e anche te, Edoardo… Lui era perplesso: sai che io sono l’unico ancora vivo?».

Su Google cercano la sua fidanzata…
«Sono single. Sono selettivo, prima di aprirmi ci metto un sacco».

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