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Spettacolo

Linus boccia Milano: “Ricchezza in mano a pochi. È venuto meno un aspetto importante”

Linus boccia Milano: “Ricchezza in mano a pochi. È venuto meno un aspetto importante”. Linus boccia Milano, lo storico dj e conduttore radiofonico di Radio Deejay, 65 anni, parla degli aspetti negativi del capoluogo lombardo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«È successo che Milano, città con un suo ben preciso equilibro e città-locomotiva italiana, ha beneficiato e subito allo stesso tempo il forte impatto dovuto all’Expo e poi una decisa spinta verso la “globalizzazione urbana” con zone che sono diventate uguali a quelle aree esclusive che esistono in tutto il mondo».

In che modo è cambiata?
«Siamo diventati all’improvviso più internazionali ma cedendo una parte dell’identità meneghina allo stereotipo di global city che piace così tanto ai turisti ma meno ai milanesi».

E sotto la superficie?
«La classe media è la fascia che è stata molto svantaggiata da questi cambiamenti e rischia di essere espulsa dalla città; cosa che già accade. La ricchezza che è stata prodotta dagli investimenti massicci dal 2010 in poi è andata a beneficio di poche persone».

Linus boccia Milano: “Ricchezza in mano a pochi”

Cosa si è perso?
«È venuta meno quella che si chiamava “borghesia illuminata”, la grande borghesia che guadagnava dalle proprie attività ma che al tempo stesso aveva un senso di restituzione nei confronti di chi viveva situazioni di disagio».

[…] Come valuta il sindaco?
«Sala ha compiuto la vera rivoluzione che ci ha portato alla Milano di oggi, e sto parlando degli aspetti positivi».

Le periferie?
«Sono nato e cresciuto a Paderno Dugnano e il treno per “fare avanti e indietro con il centro” ha fatto parte della mia giovinezza. Tanta nebbia e moltissima umanità. Mi sembra che il pendolarismo non sia cambiato molto. Qualcosa di positivo è successo in termini di maggior integrazione, almeno in certe zone, ma i cambiamenti sono talmente veloci che oggi la politica deve dare risposte quasi istantanee».

Milano e i giovani?
«Penso ai nostri ascoltatori under 30. Hanno un rapporto ambivalente con Milano: da una parte la giudicano la metropoli più vivace in Italia, dall’altra sono come degli “innamorati respinti” perché non riescono a viverci: tutto è carissimo, dal cibo alle case».

Le prime impressioni personali della città?
«Venivamo in treno da Paderno dove abitavo con la mia famiglia. Ho questi ricordi di una città piena di gente, con l’impressionante mole della Stazione Centrale che mi faceva sentire piccolo piccolo».

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