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Spettacolo

Carlotta di Bridgerton, Golda Rosheuvel: “Come facevano le donne all’epoca? Ruolo è un segno del destino”

Carlotta di Bridgerton, Golda Rosheuvel: “Come facevano le donne all’epoca? Ruolo è un segno del destino”. La protagonista di Carlotta di Bridgerton, Golda Rosheuvel, 53 anni, dal 4 maggio torna su Netflix con un prequel della serie, ne ha parlato in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Allora, Golda, come ci si sente a essere una regina?
“Ovviamente ci sono molti vantaggi (ride). Ho potuto recitare nella Wilton House a Salisbury dove Carlotta e George hanno davvero soggiornato ai tempi. Un bel privilegio. Poi, però, ci sono anche i problemi quotidiani”.

Ad esempio?
“Il fatto di dover indossare sempre un corsetto doppio tutti i giorni, i costumi che sono molto stretti, le parrucche pesanti. Come facevano le donne all’epoca? Me lo domando ogni volta quando la schiena fa male e la testa va in fiamme”.

[…] Elisabetta II aveva confessato alla Bbc che durante l’incoronazione (nel 1953) il suo unico pensiero era stata la corona, così pesante da “romperti il collo”. Adesso toccherà a Carlo III e alla regina Camilla il 6 maggio. Li seguirà?
“Può sembrare incredibile, ma non seguo la cronaca royal. Credo, però, che per re e regine, me compresa, sia importante avere muscoli del collo molto forti…”.

Carlotta di Bridgerton, Golda Rosheuvel: “Ruolo è un segno del destino”

[…] Cosa le piace del suo personaggio nel prequel?
“Ne adoro la complessità. C’è tutto, femminilità, potere, gossip. Allo stesso tempo la regina Carlotta si muove all’interno di una serie attenta all’inclusione. Tutti i personaggi, ognuna a modo proprio, promuovono l’emancipazione femminile”.

[…] Quando ha capito di voler recitare nella sua vita?
“Subito, da bambina. Sono stata allevata in una famiglia creativa. A casa si cantava e suonava. Papà era un prete della Guyana e mia madre insegnante. Una coppia mista, perfetta, dove non ci sono mai stati né limiti, né pregiudizi. Ci siamo trasferiti a Londra quando avevo cinque anni. Con mio fratello siamo stati tirati su in grande libertà e non ci è mai stato detto che non potevamo fare qualcosa o raggiungere un obiettivo. Sono stata fortunata a crescere in un contesto del genere”.

Ha sottolineato che questo ruolo è stato un segno del destino e che solo un’altra volta le era capitata la stessa esperienza.
“È l’unica spiegazione che so darmi. Nella vita accadono cose a cui non si sa dare subito una cornice. Succede solo che tutto prende vita all’improvviso, come quando le stelle si allineano nell’universo. E tu sei lì. E sai di avere quella connessione che non si ripeterà mai più”.

L’altro ruolo qual era?
“Quello dell’Otello al Liverpool Everyman nel 2018. Ho detto al direttore del teatro (Gemma Bodinetz, ndr) che l’avrei interpretato solo nel ruolo di una donna. E ha funzionato. Era la mia visione e lei l’ha sposata. Per me era una necessità. Avevo bisogno di rimescolare le carte, proiettarle nel presente, e il pubblico ha capito il senso della mia interpretazione”.

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