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Giorgio Pasotti: “Mia moglie più giovane di 20 anni? Non mi preoccupa. Per mia figlia sono un attore del paleolitico”

Giorgio Pasotti: “Mia moglie più giovane di 20 anni? Non mi preoccupa. Per mia figlia sono un attore del paleolitico”. Giorgio Pasotti e la moglie Claudia Tosoni più giovane di 20 anni, l’attore bergamasco, 50 anni, si racconta a tutto tondo in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

[…] Da bambino sognava già di fare l’attore?
«Vaneggiavo di fare il mandriano in Canada».

Se non avesse fatto l’attore?
«Mi sarebbe piaciuto il produttore musicale».

[…] Il suo debutto americano fu disastroso.
«Disastrosissimo. Nel 1995, con The Dragon Fury II. A Los Angeles ci sono dei giornali che ti informano di tutti i provini, dai super cast ai film di serie Z. Per uno di questi cercavano un ragazzo esperto di arti marziali. Forte dei miei tre film in Cina mi presentai e mi scelsero per due ruoli, uno da uomo mascherato e uno in cui dovevo recitare: tagliarono le scene in cui recitavo e tennero l’altro, che veniva ucciso subito».

Però tornò in Italia e la sua carriera decollò, con «I piccoli maestri» di Daniele Luchetti.
«È il ruolo cui sono più affezionato. Durante la guerra il primo dei fratelli di mio padre morì a 16 anni, fucilato dai fascisti, e l’idea di interpretare uno studente che aveva deciso di abbracciare la Resistenza mi era sembrato la restituzione alla mia famiglia di qualcosa che non so definire».

Giorgio Pasotti: “Mia figlia?Per lei sono un attore del paleolitico”

È anche regista. «Abbi fede» è un piccolo gioiello: paradossale, cinico, commovente.
«Un branco di disperati trova una guida in un folle più matto dei matti. Era il remake del danese Le mele di Adamo. Quando ho deciso di misurarmi nella regia sapevo di volermi occupare di paternità, fede e lavoro. Al primo tema ho dedicato Io, Arlecchino, al secondo Abbi fede. Il terzo sarà sul mondo del lavoro: è tratto da Il metodo, di Jordi Galceran. Cominciamo ad agosto».

[…] Il 22 giugno compirà 50 anni. Che effetto fa?
«Citando il buon Jep Gambardella, che ho conosciuto bene, non vuoi più perdere tempo con cose di cui non ti frega niente».

Se si guarda indietro, il momento più bello?
«Dirò una banalità: la nascita di mia figlia».

[…] Sua figlia Maria è felice di un papà famoso?
«Quando era piccola la mia sovraesposizione non le faceva piacere, era gelosa. Ora comincia a fiorire una stima diversa verso la professione che il padre fa e per la quale viene riconosciuto».

Ha visto i suoi film?
«Alcuni sì, la maggioranza no: per lei sono un attore del paleolitico, del cinema muto».

Giorgio Pasotti: “Mia moglie più giovane di 20 anni? Non mi preoccupa”

È coautore della sceneggiatura di «Mio papà», film di Giulio Base. L’aveva dedicata a Francesco e Gabriele, i figli che Nicoletta Romanoff ha avuto da Federico Scardamaglia.
«Farò sempre parte della loro vita e loro della mia. Nutro un affetto profondissimo per quei ragazzi. Mi auguro di essere stato un punto di riferimento e di aver contribuito alla loro educazione anche solo come esempio di persona leale e buona. Hanno un padre presentissimo e una madre che ha dedicato a loro la vita, ma le cose che abbiamo vissuto insieme sono indelebili».

Sta pensando a un’altra paternità con la sua compagna, Claudia Tosoni?
«Sì, ci piacerebbe».

Ha 20 anni meno di lei: la preoccupa?
«No, è molto matura».

[…] Abbiamo parlato di momenti belli. E brutti?
«Quando un attore non riscontra il gradimento di pubblico o critica si mette in discussione».

A lei quando è successo?
«La mia opera prima da regista fu ingiustamente non amata dalla critica. Ma a ferirmi è stato quel liquidare a priori il fatto che un attore potesse fare anche il regista».

Sconta anche di essere un bell’uomo?
«Per molti anni è stato così».

Il regista con cui le è piaciuto di più lavorare?
«Tanti. Ho lavorato con Sorrentino, Monicelli, Davide Ferrario, Gabriele Muccino, Robert Lepage. Sono stato fortunato».

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