Paola Barale: “Trauma? Un sms davanti al Machu Picchu, l’ho visto traballare. “Ballando” mi ha tirato fuori un’energia e una vitalità incredibili”. Paola Barale e il trauma davanti al Machu Picchu, la showgirl piemontese, 56 anni, racconta di quella volta che ha ricevuto un messaggio dal suo ginecologo in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Un trauma?
«Col senno di poi, una scoperta. Lì per lì, però, ho appreso la notizia in modo a dir poco precipitoso. Ero in vacanza in Perù, in fila alla biglietteria del Machu Picchu. Da un po’ di tempo ricevevo dei segnali dal corpo e avevo fatto degli esami. Ma proprio lì, davanti a quella montagna maestosa, mi arriva un messaggio del mio ginecologo: “Paola, sono arrivati i risultati delle analisi. Ti confermo che sei in menopausa”. E il Machu Picchu, di colpo, sembrò traballare».
Ne parla con leggerezza.
«Soprattutto con concretezza. Meglio arrivarci che non arrivarci, a questa fase. Perché vuol dire che siamo ancora qua: cerchiamo allora di viverla al meglio. Così ho deciso di dare spazio nel libro ai consigli di validi esperti che aiutano ad accettare il cambiamento per costruire un nuovo equilibrio».
Qualcuno dice che oggi i 50 anni sono i nuovi 20.
«Una sciocchezza. Non sono i 20 e neanche i 30. Indietro non si torna, possiamo solo andare avanti».
Però possiamo guardarci alle spalle per ricordare quello che di bello abbiamo conquistato. Nel 1988 lei compariva nella sigla del varietà “La tv delle ragazze”.
«Un programma di culto. Per anni ho cercato il video di quella sigla. Mi avevano chiamato come sosia di Madonna. Fu anche l’anno del mio esordio in un programma tv: “Odiens” di Antonio Ricci. Ero una “Littorina”: insieme con altre ragazze, mi facevano correre su e giù sulle scale… Del provino ricordo che avevo ancora un forte accento piemontese (Paola è nata a Fossano, in provincia di Cuneo, ndr)».
Paola Barale: “Trauma? Un sms davanti al Machu Picchu, l’ho visto traballare”
La stoffa però c’era. Infatti è diventata la valletta preferita di Mike Bongiorno.
«Con Mike abbiamo passato sei anni meravigliosi insieme. Lui era geniale in tutto, anche nelle telepromozioni. Una volta disse che il signor Rovagnati era stato mandato da Dio a fare prosciutti. E con trovate come questa faceva vendere milioni di prodotti».
Un altro genio con cui ha lavorato è Fiorello. A “Un disco per l’estate”, nel 1996, aveva già fiutato il suo talento eccezionale?
«Certo! Era un vero trascinatore e un grande comunicatore. Fiore è Fiore: unico e inimitabile».
[…] E le passioni di Paola Barale?
«I cani, più leali e fedeli di tanti uomini. E i viaggi».
Iniziamo dai suoi chihuahua…
«Ne ho avuti due, Schwarzy e Brigida. Femmine, madre e figlia. Le ho adorate entrambe. Adesso però non posso tenere altri cani. Non riuscirei a prendermi cura di loro, sono sempre in giro».
In effetti lei ha visto tutto il mondo: il Sudafrica per “La talpa”, la Repubblica del Congo per “Mission”, il Sudamerica per “Pechino Express”. Altri luoghi rimasti nel suo cuore?
«La bassa California, per esempio. O l’India, che ho riscoperto di recente perché le prime volte in cui ci sono stata mi sembrava troppo “dura”».
Dopo “Ballando con le stelle”, quali strade televisive le piacerebbe esplorare?
«“Ballando” mi ha tirato fuori un’energia e una vitalità incredibili. Ancora adesso se sento una musica latina mi vien voglia di ballare una salsa. Per il futuro, ci sono un paio di progetti all’orizzonte, in tv e a teatro. Come si dice? “Stiamo lavorando per voi…”».
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