Il dramma di Mara Venier: “Tre operazioni e non si sa cosa mi è successo. Devo sottopormi ad altri 2 interventi”. Il dramma di Mara Venier, estate da incubo per la conduttrice che si è sottoposta a 3 operazioni senza ricevere una diagnosi precisa. Ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’, della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
«È stata un’estate complicata, diciamo pure da incubo. Avevo cominciato da poco a girare il film di Ferzan (Ozpetek), avevo dei fastidi all’occhio, vedevo male ma pensavo fosse colpa degli occhiali sempre sporchi. Non ci ho fatto caso, non gli ho dato peso, è stato un errore mio, se avessi capito subito che qualcosa non andava avrei guadagnato tempo».
La diagnosi?
«Un’improvvisa emorragia alla retina dell’occhio destro che nel giro di 5 giorni si è espansa sempre di più. Un lunedì sera guardando la tv mi sono resa conto che vedevo solo metà televisore, ho chiuso l’occhio sinistro e mi sono accorta che non vedevo niente: tutto scuro, tutto nero. La mattina dopo ero già in sala operatoria».
Ora come sta?
«Pochi giorni fa ho fatto la terza operazione, me ne aspettano altre due. È una cosa lunga, sperando di riguadagnare la vista. Ora vedo qualcosa, ma ancora molto sfuocato. Sono in buone mani, ma è stato un trauma».
L’umore?
«Non è dei migliori, mi ha aiutato l’impegno nel film di Ozpetek, dal punto di vista psicologico lavorare mi ha fatto bene, mi ha spinto a reagire e andare avanti. Per due volte sono stata operata e il giorno dopo ero sul set. Si addiceva al personaggio, con gli occhiali, sempre dimessa e struccata». Sorride: «Perfetta per il ruolo».
Il dramma di Mara Venier: “Tre operazioni e non si sa cosa mi è successo”
Le cause?
«Ho fatto analisi, controlli, tac, ma a oggi non abbiamo capito perché è successo. Io penso ci sia una componente di stress».
Per aggiungere altro stress ora comincia la nuova edizione di «Domenica In» (al via il 15).
«Ma no, lavorare mi aiuta a distrarmi. Passo il tempo tra una riunione di redazione e una visita di controllo: sono tutta tv e medici. Cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, non sono più una bambina e qualche acciacco d’altra parte devo pur averlo».
Con «Domenica In» non riesce proprio a smettere?
«Anche quest’anno avevo deciso di non farla più, ma non so dire di no. Questa però sarà davvero l’ultima, anche se lo dico da sei anni. Giuro: questa è l’ultima, è una promessa che faccio prima di tutto a me stessa».
Cosa cambierà nel programma?
«Il punto forte sono sempre state le mie interviste, ma ormai ho intervistato tutti quelli che c’erano da intervistare, anche ripetutamente. Vorrei uscire da quella formula, tornare al contenitore con diversi argomenti, abbiamo l’idea di introdurre un gioco, di fare un talk sull’attualità — non sulla cronaca. Ho voglia di sparigliare, rischiare, non penso agli ascolti, quello che dovevo fare l’ho fatto, non devo dimostrare più niente alla mia età: sono ancora qua, quest’anno pure un po’cecata: me voglio diverti’».
Mara Venier: “La Rai la delusione più grande”
[…] La delusione più grande?
«Quando la Rai mi chiuse la porta in faccia: signora Venier lei è troppo vecchia, non ci serve più. Il direttore di allora, Giancarlo Leone, disse chiaramente al mio agente che ormai Mara Venier rappresentava una televisione vecchia, non andavo più bene. Fu un colpo tremendo, improvviso. Una settimana prima mi avevano detto che avremmo parlato del futuro e invece poi nessuno mi ha più risposto al telefono».
A chi deve dire grazie?
«In quel momento mi ha salvata Maria (De Filippi). Mi chiamò per Tú sí que vales, dovevo fare una sola puntata e sono rimasta tre anni, conquistando un pubblico più giovane, da lì sono rinata. E poi la Rai mi ha richiamato. Il mio agente in sede di trattativa mi disse che non dovevo dire subito di sì, ma a cena con il dg Orfeo e il direttore Teodoli dopo due bicchieri di prosecco ho ceduto di schianto».
Il bilancio sentimentale?
«In amore non ho avuto delusioni, ho amato e sono stata riamata incondizionatamente. Ho sempre seguito il cuore, non ho mai calcolato nulla. Con Renzo siamo uniti come non mai, lui ogni tanto mi ricorda che sono sposata, ma sono legata a un uomo intelligente (Nicola Carraro), che non ha gelosie retroattive e mi lascia libera di voler bene alle persone che ho amato. Voglio bene a Renzo, a Jerry (Calà)».
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