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Massimo Ranieri: “Spellbound è stato impegnativo. Famiglia? Lancio un appello a tutti i genitori”

Massimo Ranieri: “Spellbound è stato impegnativo. Famiglia? Lancio un appello a tutti i genitori”. Massimo Ranieri su Spellbound, il cantante napoletano, 73 anni, è una delle voci del film di animazione “Spellbound – L’incantesimo”, su Netflix. Ne parla in una intervista a ‘Tv Sorrisi e Canzoni’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

L’artista partenopeo esordisce raccontando il suo rapporto con i cartoni animati, spiegando che da bambino non aveva il tempo di guardarli, poiché ha iniziato a lavorare già a sette anni. “In casa non avevamo la televisione, ma ogni tanto leggevo i fumetti: zio Paperone, Paperino, Topolino…”. Oggi, però, si è rifatto, doppiando due personaggi in un film. “È vero ed è stato impegnativo ma molto bello. Così come è bello ‘Spellbound'”.

Parlando del film, lo descrive come uno di quei classici “per tutta la famiglia”. Massimo Ranieri poi riflette sul concetto di famiglia, citando una frase famosa di ‘Filumena Marturano’ nell’omonima commedia di Eduardo De Filippo: “‘A famiglia… ‘a famiglia”. Si sofferma sulla situazione odierna, osservando che la famiglia si sta sfaldando e che i genitori fanno fatica a controllare i figli.

“Un po’ li capisco: lui lavora, lei lavora, le esigenze sono tante e se a casa non entrano due stipendi non ce la si fa, ma così i ragazzini sfuggono come anguille. Sono sempre più autonomi, o almeno credono di esserlo. Quando ero piccolo io, lavorava solo papà e mia mamma faceva la mamma, ha cresciuto otto figli. Io sarò all’antica, ma una volta si diceva: ‘Mi raccomando, alle 10 a casa’. Ora alle 10 escono e tornano alle 3 di mattina e nessuno sa cosa succede in quelle ore”. A questo punto, lancia un appello: “Genitori, per piacere, fate i genitori e state vicino ai vostri figli”.

Massimo Ranieri: “Spellbound? Lancio un appello a tutti i genitori”

Tornando al film ‘Spellbound’, il cantante sottolinea un messaggio: il lieto fine non prevede il tradizionale matrimonio tra il principe e la principessa. “Il famoso ‘sogno ancora in volo’, di cui parlavamo prima. Ognuno ha un suo desiderio e può portarlo a termine. Si può e si deve aspirare a un mondo migliore. Nella mia canzone ‘Asini’ parlo proprio del mondo in cui viviamo oggi, quello dei social: ‘Gli asini parlano, comprano, postano. E poi ci convincono, ci illudono, decidono. Anche per te, anche per me’”.

Un altro tema centrale del film è il peso dell’apparenza, che, secondo Massimo Ranieri, rende la vita difficile. “Cartesio diceva: ‘Cogito ergo sum’, cioè ‘Penso dunque sono’. Oggi l’abbiamo sostituito con: ‘Appaio dunque sono’. Mi fa male vedere che viviamo solo di apparenza. L’altro giorno su Instagram c’era una specie di sondaggio sulla cifra di cui una influencer diceva di avere bisogno per vivere ogni mese: 60 mila euro! Ma ci rendiamo conto?”.

Ragionando sul successo, riconosce l’importanza della fortuna, citando una frase del suo maestro Domenico Modugno: “Per avere successo erano necessarie tre cose: la fortuna, la fortuna e la fortuna”. Tuttavia, precisa: “Io penso che la fortuna consista nel trovare in te stesso quello che vuoi davvero fare”.

Infine, riflette sul significato di “incantato”, titolo del film, e immagina l’incantesimo che farebbe se potesse: “Farei in modo che ci guardassimo più in faccia e che ci parlassimo di più. L’altra sera ero al ristorante: al tavolo vicino al mio erano sedute quattro persone e ciascuna guardava il proprio cellulare. Ci siamo abituati a vivere distanti, e quando parliamo ci occupiamo solo di look, di vestiti, di trucco… Ma che fatica!”.

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