Timothée Chalamet: “A Complete Unknown un ponte per giovani, vi spiego. Bob Dylan? C’è una domanda che mi pongono in parecchi”. Timothée Chalamet su A Complete Unknown, l’attore franco statunitense, 29 anni, è tra i protagonisti del film basato sulla biografia di Bob Dylan (nei cinema italiani dal 23 gennaio). Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
L’attore statunitense con cittadinanza francese, figlio di un giornalista francese attualmente impiegato all’ONU e di un’ex danzatrice americana, ha parlato dell’impatto, del messaggio e della forza delle liriche di Bob Dylan. Ha sottolineato come queste conservino un’attualità straordinaria anche a distanza di 50-60 anni. Riconosce l’enorme responsabilità di portare sullo schermo un artista già leggendario e mitico, spiegando: “Assolutamente, una responsabilità tremenda! Dylan è un mito ma tutti sul set ci eravamo prefissi di offrire un umile ponte per i giovani di oggi, perché possano così scoprire la sua musica, e la sua straordinaria influenza”.
Timothée Chalamet: “A Complete Unknown un ponte per giovani”
L’attore ha inoltre evidenziato il peso di rappresentare un’epoca tanto significativa: “Agli anni ’60, poi, ho dedicato già metà della mia carriera: ‘Dune’ fu scritto da Frank Herbert nel 1965. È stato un periodo tra i più ricchi della cultura americana, e per questo – come produttore – ho sentito un’enorme pressione nel curare ogni particolare. Volevo rendesse giustizia a Dylan e ai tanti formidabili artisti dell’epoca”.
Parlando delle contestazioni giovanili degli anni ’60 e ’70, un fenomeno che ha caratterizzato una buona parte di quelle generazioni, l’attore ha espresso preoccupazione per il minor interesse e la minore motivazione che oggi sembrano caratterizzare i giovani. Alla domanda su questa tematica, ha risposto: “Come posso non essere preoccupato? Gli anni ’60 rappresentarono l’ottimismo del dopoguerra assieme alla naiveté, al grande sorriso degli anni ’50. È facile ma sbrigativo bollare d’infamia le nuove generazioni in Italia, Stati Uniti o Gran Bretagna: oggi, ammettiamolo, i movimenti politici sono estremi e paiono corrotti, viviamo lunghe guerre, la situazione del pianeta è disastrosa e sconfortante, la violenza e le armi sono piombate di forza in America pure nelle scuole elementari…”.
Timothée Chalamet: “Bob Dylan? C’è una domanda che mi pongono in parecchi”
Secondo Timothée Chalamet, “la posta in gioco è altissima, la realtà drammatica. Credo sia importante vedere questo film e aprire un discorso su quel periodo e certi talenti. E penso che la strada migliore sia riconoscere certe verità, capire che la musica può portare luce su quello che sta succedendo, e illuminare. Sarebbe un primo, importante passo avanti”.
Quando gli è stato chiesto a che età abbia scoperto Bob Dylan, l’attore ha risposto con precisione: “Ventidue. A quel punto cominciavo ad avere una buona conoscenza dell’inglese, non solo del francese”.
La sua preparazione per il ruolo è stata intensa, comprendendo anni di studio per suonare la chitarra e cantare come Dylan. Tuttavia, quando interrogato sulle difficoltà nel rappresentare alcuni aspetti negativi della personalità del cantautore, ha affermato: “È una domanda che mi pongono in parecchi, ma non ho mai provato quella sensazione; a me Dylan è parso soprattutto stimolante, provocatorio, liberatorio. Un eroe che dà vigore”. Infine, alla domanda se si fosse mai identificato in Dylan, ha risposto con sincerità: “No, ma… Tutti vorremmo essere un po’ come lui, non le pare?”.
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