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Gatto Panceri: “Vivo per lei l’ho scritta io ma nessuno mi cita. I diritti mi danno tranquillità. La tv non mi manca”

Gatto Panceri: “Vivo per lei l’ho scritta io ma nessuno mi cita. I diritti mi danno tranquillità. La tv non mi manca”. Luigi Giovanni Maria (alias Gatto) Panceri su Vivo per lei, e non solo. Il cantautore brianzolo, 62 anni, si racconta a 360 gradi in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Durante i concerti dedico sempre uno spazio alle mie canzoni portate al successo da altri artisti: Mina, Giorgia, Morandi. Quando arriva il momento di “Vivo per lei” mi capita di cogliere sguardi stupiti. L’ho scritta io, ma gli autori ormai li citano solo al Festival di Sanremo», racconta a proposito della canzone che ad oggi è tra brani italiani più venduti al mondo.

E ancora: «L’ho composta mentre ero in auto. Era il 1996, collaboravo già con Giorgia, il manager Torpedine mi chiama e mi dice: c’è questo giovane davvero bravo, ha un repertorio lirico, trova qualcosa che si adatti alla sua vocalità. Ho pensato al mio amore per la musica ed è nata “Vivo per lei”», aggiunge Gatto Panceri.

Da cantante e autore di brani da milioni di copie vendute a una vita immersa nella natura. «Ho comprato una casa a Merate, nella Brianza lecchese, immersa nel verde e ho costruito una stalla perché amo molto gli animali. Sì, forse assomiglia a una fattoria, nel garage c’è sempre il fieno per la mia cavalla Libera e l’asino Resta, ma ho anche costruito uno studio di registrazione e aperto una casa di produzione per aiutare giovani artisti».

Gatto Panceri: “Vivo per lei? I diritti mi danno tranquillità”

Questa casa di produzione, chiamata “Vivo per lei edizioni”, si ricollega al celebre brano che gli ha dato grande successo. «I diritti di quel brano mi consentono di scrivere la mia musica con più serenità, senza l’angoscia di dover sfornare per forza tormentoni o piegarmi alle mode del momento. “Resta in piedi”, uscito nel 2021, scritto durante il lockdown, ha superato 700 mila visualizzazioni in streaming. A giugno ho pubblicato il singolo “Te voglio” che farà parte del mio prossimo album. E poi ci sono i concerti in Italia e all’estero: Giappone, Canada, Messico».

Nonostante la sua attività musicale, la vita immersa nella natura è una componente fondamentale del suo quotidiano. «Mio nonno era un contadino, lavorava sotto padrone. Mio padre invece faceva il decoratore, la vena artistica l’ho presa da lui. Nessuno sponsor, pochi aiuti, una volta non c’erano i talent, era più difficile, ma in qualche modo più vero. Quanto al resto, mi piace suonare e poi immergermi nel verde, prendermi cura della mia cavalla, dell’asino e di tre cani: Bocellina (in omaggio a Bocelli), Gasper e Kasa, pastore dell’Asia centrale che arriva dall’Ucraina, salvata dai bombardamenti. Avevo anche due pecore, ma il maschio era troppo aggressivo e non ho più potuto tenerle. Accendo il computer, con l’intelligenza artificiale accarezzo il futuro, e poi infilo gli stivali e mi occupo degli animali, capaci di donarti un amore crescente. Non sono sposato, non ho figli, sono i miei affetti. Adesso vorrei avere anche un alpaca».

Gatto Panceri: “La tv non mi manca”

Alla domanda se gli manca la televisione, la risposta è chiara: «No, per nulla. Mi piace lavorare nel mio studio, aiutare promettenti autori ad emergere, anche se la musica è cambiata. E poi una volta la gavetta era diversa. Ce lo vede Ligabue a un talent con la maglietta con scritto Luciano? Oggi vanno di moda i trapper, che per altro trovo bravissimi, ma forse anche “Vivo per lei” se uscisse adesso farebbe fatica a sfondare. Il contatto con la terra, in quella che può sembrare all’apparenza una fattoria, ma in realtà è molto altro, mi aiuta proprio in questo: mantenere le radici, sempre immerso però tra le note».

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