Juliette Binoche: “Penelope ‘fortunata’, la mia vita sentimentale una tragedia. I miei figli mi hanno insegnato la pazienza”. Juliette Binoche su Penelope, l’attrice francese premio Oscar, 60 anni, viste i panni della moglie di Ulisse nell’Odissea di Uberto Pasolini, nelle sale italiane dal 30 gennaio 2025. Ne parla in una intervista a ‘Io Donna’, della quale vi proponiamo alcuni passaggi.
L’intervista si apre con una riflessione sulla celebre espressione “la pazienza di Penelope” e il significato che assume nel film, dove sembra giungere agli sgoccioli. L’attrice spiega: “Io vedo Penelope come una guerriera che aspetta pazientemente il suo riscatto, resistendo ai Proci nel tentativo di sopravvivere ai pericoli e di proteggere suo figlio Telemaco. Ma credo che durante la lunga attesa del ritorno di Ulisse ci siano stati momenti in cui quella pazienza si è trasformata in rabbia o depressione, in sfiducia nella possibilità che il marito tornasse davvero, alternata a momenti di rinnovata speranza”.
Julietre Binoche: “Penelope? Mi è piaciuto molto il modo in cui Uberto Pasolini ha lavorato sull’archetipo”
Questa interpretazione trova espressione in alcune scene, come quando Penelope strappa con rabbia la trama che tesse di giorno e disfa di notte, lasciando intravedere anche un pensiero verso il Procio più affascinante. A tal proposito, l’attrice aggiunge: “Mi è piaciuto molto il modo in cui Uberto Pasolini ha lavorato sull’archetipo di Penelope restituendole complessità e non negandole desideri. Non ne ho fatto un santino, ma è una donna che teme di perdere il controllo e il regno, costretta a difendersi in un mondo di uomini predatori e a far fronte alle difficoltà economiche causate dall’assenza del marito. Anche senza essere regine, sappiamo bene quanto sia difficile essere una madre che il compagno ha lasciato sola a occuparsi dei figli”.
Quando l’argomento si sposta sulla pazienza, l’attrice riflette sul suo percorso personale: “Ho imparato la pazienza con i figli: ne avevo poca prima di loro. Ho dovuto capire che ognuno ha i suoi ritmi e un percorso individuale che va rispettato, deve seguire i suoi desideri e non le mie aspettative”.
Juliette Binoche: “I miei figli mi hanno insegnato la pazienza”
Condivide poi un’esperienza significativa legata al figlio Raphaël: “Per anni ho bombardato Raphaël di corsi e attività extrascolastiche perché non era molto bravo a scuola e pensavo di doverlo stimolare in altro modo, forse perché sono figlia di un’insegnante di Lettere e per me il rendimento scolastico è sempre stato fondamentale. Ma lui aveva i suoi interessi e una grande intelligenza non accademica grazie alla quale ha trovato comunque la sua strada”.
Con la figlia Hannah, invece, ha dovuto adattarsi a un carattere diverso: “Con Hannah ho dovuto invece capire che non è diretta come me: io spesso sono anche troppo franca e determinata, in Hannah invece c’è una morbidezza davvero speciale, che andava riconosciuta e rispettata”.
Sul tema dell’amore e delle relazioni, l’attrice riflette sul contrasto tra le aspettative della gioventù e la realtà: “Penelope riteneva di aver trovato l’uomo della sua vita, e di poter stare solo con lui. La mia storia invece è stata diversa”. Sorride e aggiunge: “E pensare che da bambina sognavo di rimanere sposata in eterno con lo stesso uomo, ed ero convinta che così sarebbe stato. Ogni volta che mi sono innamorata ho pensato: ‘Questo è l’uomo della mia vita’. Non ho mai contemplato la possibilità che potesse essere una parentesi, e questo è stato il mistero e la tragedia della mia vita sentimentale: ogni volta che una storia finiva mi sentivo ingannata, avendoci creduto fino in fondo”.
Juliette Binoche: “Penelope ‘fortunata’, la mia vita sentimentale una tragedia”
La sua vita sentimentale ha incluso relazioni importanti, da cui sono nati i figli Raphaël e Hannah, rispettivamente dal tuffatore André Halle e dall’attore Benoît Magimel, oltre a rapporti con figure come Leos Carax, Olivier Martinez e Santiago Amigorena. Riflette sulle cause delle rotture: “Forse mi aspettavo troppo, o forse la passionalità con cui mi ci buttavo aveva a che fare con una ricerca artistica, più che sentimentale. Per carattere e per educazione, poi, sono molto indipendente e autonoma nelle decisioni”. La sua libertà e il successo, ammette, hanno talvolta generato gelosie: “Alcuni degli uomini che ho avuto vicino avevano difficoltà a gestire la mia fama, o i miei guadagni elevati. Ma ogni volta sono stata paziente, ostinandomi a prendermi cura del compagno del momento, come se quel prendersi cura fosse la forma ideale dell’amore: a ripensarci, non sono sicura sia la strada giusta… (ride)”.
Guardando indietro, non rimpiange le sue scelte: “Non credo, ma sono arrivata alla conclusione che va bene anche non essere rimasta per tutta la vita in una relazione stabile. Ho dovuto perdonarmi per questo, a fronte delle grandi aspettative di quando ero bambina”. Ricorda con ironia una scommessa con la sorella maggiore su chi si sarebbe sposata per prima: “Ha vinto lei: io non mi sono mai sposata. Ma vent’anni dopo lei ha divorziato!”.
Juliette Binoche: “Non temo la solitudine”
Ora che i figli sono cresciuti e vivono per conto loro, non teme la solitudine. Anzi, considera questo momento come una nuova fase della vita: “Hannah è appena andata a vivere per conto suo, per me è una situazione nuova, ma anche interessante. Ho meno doveri legati a loro e questo è liberatorio, anche se non so ancora dove ridirezionerò le mie energie”. Racconta dei suoi progetti, come uno spettacolo di danza e il desiderio di tornare a dipingere, accogliendo con serenità l’incertezza del futuro: “Davvero ancora non so esattamente cosa farò, e questo mi sta bene, non mi preoccupa affatto”.
Infine, riflette su ciò che continua a sorprenderla: “La lentezza con cui avvengono certe evoluzioni dell’umanità: penso alla consapevolezza che si debba fare urgentemente qualcosa per affrontare la crisi climatica, o a come si faccia ancora una gran fatica a far rispettare i diritti delle donne”. Conclude con una nota di determinazione: “Il viaggio è ancora lungo, bisogna mettercela tutta”.
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