Eleonora Giorgi, il figlio Andrea Rizzoli: “A mia mamma lasciavo letterine strazianti. Ho un ricordo molto emozionante con mio padre”. Eleonora Giorgi, il figlio Andrea Rizzoli, avuto dall’editore Angelo Rizzoli, 44 anni, autore per Warner Discovery, parla dei genitori in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
Andrea racconta di aver ereditato dai genitori tratti distintivi e preziosi. «Da mia madre la rapidità di ragionamento e una certa forma di empatia, che non mi fa mai andare in contrasto con gli altri. Da mio padre il carattere, quel tipo di forza che prevale sul talento, se il talento è privo di carattere».
Tra i ricordi più emozionanti legati al padre, Andrea cita un momento recuperato grazie alla madre. «Prima di fare l’intervento al pancreas, la scorsa primavera, ha regalato a me e a mio fratello due walkman con altrettante cassette. Nel mio c’era la voce di mio padre che mi incoraggiava a pronunciare la parola mamma: ero piccolissimo. Mi ha molto commosso. Papà mi ha sempre stimolato usando la psicologia inversa».
Un altro ricordo felice con il padre è legato al calcio. «Quando mi portò a Barcellona per la finale di Champions e il Milan vinse 4-0. Alla fine sbagliammo uscita e ci ritrovammo in un parcheggio pieno di torpedoni di tifosi, senza sapere dove andare. Eppure in qualche modo riuscimmo a raggiungere Berlusconi e la squadra per festeggiare. Lui aveva già la sclerosi e camminava con fatica. Ho apprezzato molto i suoi sforzi per fare una cosa speciale con me».
Eleonora Giorgi, il figlio Andrea Rizzoli: “A mia mamma lasciavo letterine strazianti”
Con la madre, invece, Andrea ricorda un episodio particolare che racconta il loro legame. «Devo ammettere che la condividevo mal volentieri con il pubblico e le lasciavo letterine strazianti sotto la porta della sua stanza per chiederle di non andare sul set, ma di restare con me. Una mattina lo fece: io bigiai la scuola e lei il lavoro, e andammo alla Galleria Borghese a vedere Apollo e Dafne. Ci siamo ritornati da poco».
Andrea ha conosciuto molte persone straordinarie grazie ai genitori. «Grazie a mio padre, mi viene in mente Craxi. Ai tempi io ero un bambino e di politica non capivo nulla, ma percepivo lo stesso l’aura che lo circondava, era di una intelligenza incredibile. Ricordo quando venne ospite da noi a Porto Santo Stefano. Una mattina, lessi sul Televideo la notizia della caduta dell’impero sovietico e corsi su a svegliarlo, perché ancora dormiva. Lui tuonò: Andrea se è una bricconata, ti prendo a scapaccioni!».
Dalla parte materna, invece, ricorda incontri con molti artisti. «Pino Daniele mi lasciava giocare con la sua chitarra, anche se è Andrea De Carlo che mi ha insegnato a suonarla, quando lui e mamma stavano insieme. Una volta a Sabaudia venne Michele Placido e quando me lo trovai di fronte gridai che era arrivato il Commissario Cattani: erano i tempi della Piovra».
Tra gli attori che lo hanno colpito di più, Andrea ricorda Marcello Mastroianni. «Ho un ricordo personale con Mastroianni. Eravamo in Marocco per un film e io ero chiuso in una roulotte. Siccome mi annoiavo, giocavo a palla. A un certo punto sento bussare forte alla porta, apro e me lo trovo davanti: “Bimbo, il cinema è aspettare!”. E poi va via sbattendola».
Eleonora Giorgi, il figlio Andrea Rizzoli: “A mia mamma lasciavo letterine strazianti”
La famiglia allargata non ha mai creato gelosie in Andrea, che descrive un rapporto armonioso con i fratelli avuti dai genitori con altri partner. «Mio padre sposò in seconde nozze Melania Rizzoli, che lo ha molto amato e ancora tiene viva la sua memoria. Da quel matrimonio sono nati Arrigo e Alberto, che sento e vedo: l’ultima volta il 23 dicembre, per festeggiare Natale con le nostre compagne. C’era anche l’altro mio fratello, Paolo, con la moglie Clizia».
Andrea spende parole particolari per Paolo, figlio di Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro. «Nel libro spiego bene il suo ruolo cruciale in questi mesi dopo la scoperta del tumore di mamma. Noi due siamo complementari, senza di lui non saremmo riusciti a fare così tanta strada, a dispetto del primo parere dei medici. E poi suo figlio Gabriele è una medicina vivente per nostra madre: cascasse il mondo, lei alle 17 lo deve vedere».
Infine, Andrea riflette sul futuro con lucidità e consapevolezza. «Faremo il necessario affinché il tempo che le resta sia piacevole, ma non possiamo fare nulla per allungarlo. Ci siamo goduti ogni istante con una intensità prima inimmaginabile. E continueremo fino all’ultimo giorno».
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