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Gerry Scotti: “Sanremo? Stava saltando perché avevo bloccato Conti. Vi svelo perché non ero mai stato al Festival”

Gerry Scotti: “Sanremo? Stava saltando perché avevo bloccato Conti. Vi svelo perché non ero mai stato al Festival”. Gerry Scotti su Sanremo, e non solo. Il conduttore lombardo, 68 anni, sarà sul palco dell’Ariston nella serata inaugurale del Festival in programma martedì 11 febbraio. Ne parla in una intervista a ‘Il Corriere della Sera’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

Il conduttore, storico volto di Mediaset, debutta per la prima volta in Rai sul palco dell’Ariston a 68 anni. Un esordio tardivo, ma che accoglie con entusiasmo. «Non è mai troppo tardi. Lo dicevo da tempo: chissà che intorno ai 70 non me lo chiedano. È successo davvero».

Per lui, Sanremo rappresenta un appuntamento immancabile, un evento che ha segnato la sua vita in diverse fasi. «Io sono veramente l’italiano medio, io sono Gerry Scotti perché rappresento l’italiano medio. Sanremo è la mamma e il papà nei primi anni della mia vita, negli anni a seguire le serate da vedere con gli amici, è l’appuntamento da non perdere. Almeno la prima serata — con tutte le canzoni — e l’ultima — dove si decide chi vince — sono una costante della mia vita».

Non è la prima volta che gli viene offerta questa opportunità. Già Amadeus lo aveva cercato in passato. «Due volte. Con la stessa cordialità e lo stesso spirito di Carlo. Un anno ero in Polonia a registrare Chi vuol essere milionario?, c’era un clima terribile, sarei dovuto andare e tornare in aereo in mezzo alla tormenta di neve. Dico la verità: non ho avuto il coraggio. Anche la seconda volta è arrivato un gentile invito, ma alla fine non sono andato. Carlo quest’anno mi ha trovato nel giro buono, è stato diretto: “datemi una mano che ho 30 canzoni da presentare se no sembro un jukebox”».

Gerry Scotti: “Sanremo? Stava saltando perché avevo bloccato Conti”

Eppure, anche questa volta il debutto è stato a rischio per un curioso imprevisto. «Carlo mi cercava da giorni ma sul mio telefono il suo contatto era bloccato. Non so chi sia stato, forse mia nipote per sbaglio. Così lui mi cercava e non riusciva a parlarmi. Mi ha dovuto contattare da un altro cellulare».

Un altro aspetto cruciale era ottenere il via libera da Mediaset, ma a quanto pare non ci sono mai stati ostacoli. «Negli ultimi dieci anni, a ogni rinnovo del contratto, c’è sempre stata la sua gentile concessione: “se ti dovessero chiedere di fare Sanremo dimmelo perché noi ti daremo il permesso”. Con una sola serata l’ho trovato più contento: “se ti giochi il bonus su un giorno solo meglio!”».

Molti hanno interpretato la sua partecipazione come il segno di una nuova armonia tra Rai e Mediaset, ma lui non è d’accordo. «Mi sembra un disegno un po’ esagerato. La verità è che il Festival è un evento fuori campionato. E poi se ci fosse un patto di non concorrenza dovrebbe essere restituito da qualche altra parte, cosa che non mi risulta. L’Italia in quella settimana si ferma, tutti guardano solo Sanremo, e allora dobbiamo fare attenzione soprattutto noi — intendo Mediaset — che dobbiamo fare i conti con gli introiti pubblicitari rispetto alle spese che sosteniamo. Siamo una tv commerciale, si tengono i soldi per le settimane che contano».

Gerry Scotti: “Sanremo? Vi svelo perché non ci ero mai stato prima”

Essere un volto di Mediaset nel programma più importante della Rai è per lui un grande riconoscimento. «L’ho trovato un grande gesto nei miei confronti da parte della Rai, visto che sono l’unico conduttore che da 43 anni ha solo contratti con Mediaset. D’altro canto, dopo 50 anni di abbonamento alla tv pubblica da spettatore, un po’ me lo meritavo».

Negli anni, il suo nome è stato più volte accostato al Festival come possibile conduttore, ma in realtà non ci sono mai stati contatti concreti. «In realtà non c’è mai stata una trattativa seria con i dirigenti Rai. Ho sempre avuto tanti progetti con Mediaset, il Festival porta via 3-4 mesi sabbatici, è una delle ragioni storiche per cui il pubblico non mi ha visto a Sanremo, i miei piani di produzione sono sempre stati pieni».

Lui e Carlo Conti sono spesso stati paragonati, entrambi considerati i “mediani” della televisione italiana, coloro che fanno il lavoro più difficile, ma essenziale. «Penso lui stia alla Rai come io a Mediaset. Io e Carlo abbiamo storie simili: le origini modeste, la formazione con la radio, poi gli esordi in tv, la contrapposizione nel palinsesto delle reti ammiraglie».

Adesso che finalmente calcherà il palco dell’Ariston, lo fa con grande entusiasmo e senza secondi fini. «Vado al Festival per il piacere di andarci, senza cachet. Sento sempre dire quanto quel palcoscenico sia magico e regali una sferzata di adrenalina. Quindi punto a grandi benefici di questa botta di vita: ci vado come andassi nella piscina di Cocoon».

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