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Roccaraso, l’influencer e la deriva dei media italiani: così una gita è diventata un caso nazionale

Roccaraso, l’influencer e la deriva dei media italiani: così una gita è diventata un caso nazionale. A Roccaraso, l’influencer Rita De Crescenzo, seppur involontariamente, ha attestato la deriva dei media italiani, che hanno trasformato una gita in un vero e proprio caso nazionale, ma andiamo per gradi.

Domenica scorsa, 26 gennaio, la cittadina della provincia dell’Aquila è stata presa d’assalto da migliaia di turisti, con oltre 220 pullman e un’affluenza che ha causato ingorghi e disagi. La presunta causa? Alcuni video dell’influencer napoletana Rita De Crescenzo, che ha invitato i suoi follower a visitare la località. La notizia ha fatto rapidamente il giro dei media nazionali, trasformandosi in un caso di dibattito pubblico, occupando pagine di giornali sia in edicola che sulle home dei siti web, oltre che servizi ai telegiornali e nelle trasmissioni televisive pomeridiane.

La prima domanda che sorge spontanea, al di la di tutto, è: davvero un’influencer può avere un impatto così incisivo sulla gestione turistica di una località? La risposta, evidentemente, è più complessa di quanto i titoli sensazionalistici suggeriscano. Certamente, la tiktoker ha contribuito ad attirare la sua fetta di pubblico, e magari innescare il tamtam online, ma ridurre tutto alla sua figura significa ignorare le responsabilità di chi organizza il turismo, dagli enti locali alle agenzie di viaggio.

Ciò che colpisce maggiormente, però, è il trattamento riservato dai media a questa vicenda. Una notizia che, in altre circostanze, sarebbe rimasta confinata alle cronache locali, è diventata il “caso del giorno”. Si è parlato di “invasione”, “assalto”, con toni che lasciano intendere un evento quasi catastrofico. E visto che in Italia denigrare Napoli e i napoletani sembra essere diventato uno sport nazionale, ecco che qualsiasi episodio negativo attira immediatamente l’attenzione mediatica, che si accende con particolare intensità.

L’effetto della narrazione selettiva

E non è la prima volta che accade. Dalle pagine di questo disgraziato giornale ne abbiamo raccontate tante. Ogni occasione sembra buona per alimentare stereotipi negativi sul capoluogo partenopeo e i suoi abitanti, enfatizzando episodi di inciviltà o caos, spesso senza un’analisi equilibrata delle cause. Chiunque non sia in malafede percepisce l’effetto di una narrazione selettiva che finisce per distorcere la percezione della realtà, alimentando pregiudizi e distraendo da questioni ben più rilevanti che in questi giorni imperversano il Belpaese.

Per essere chiari, la nostra redazione affaccia su via Toledo a Napoli. Qui ogni giorno vediamo flotte di turisti arrivare in particolar modo dalla Puglia, dal basso Lazio fino a Roma, e non solo. Eppure nessun napoletano si è mai sognato di condannare il flusso turistico. Certo l’overtourism è un problema anche per Napoli e per questo si studiano continue soluzioni. Sicuramente nessuno sarà mai cacciato. Anzi, chi arriva dalle nostre parti riceve sempre l’accoglienza che merita chi macina chilometri per ammirare le nostre bellezze.

Insomma, la vicenda di Roccaraso oltre al fenomeno del maxi afflusso turistico, ha sottolineato, ancora una volta, come l’informazione possa essere utilizzata per rafforzare determinate narrazioni, soprattutto quando si tratta di Napoli che forse in quanto ad accoglienza ha molto da insegnare a chiunque.

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