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Salute

Il paradosso di vegani e vegetariani: per mangiare sano assumono più UPF. La scoperta

Il paradosso di vegani e vegetariani: per mangiare sano assumono più UPF. La scoperta. Il paradosso di vegani e vegetariani che non mangiano carne e seguono una dieta più sana, ma assumono più prodotti ultra-processati (UPF). È quanto emerge da uno studio condotto nel Regno Unito dall’Imperial College di Londra. Secondo i ricercatori, nonostante una dieta ricca di frutta e verdura fresca, i vegetariani tendono a mangiare molti prodotti come barrette di cioccolato, piatti pronti, pizze surgelate e bibite gassate, tutti ultra-processati (UPF).

Dallo studio, che ha coinvolto circa 200.000 britannici, è emerso che gli UPF rappresentavano un quinto della dieta di tutti i partecipanti, con i vegetariani come principali consumatori. Anche i vegani, con una dieta ricca di frutta, verdura e legumi, sono grandi consumatori di UPF, mentre i pescetariani e chi mangia carne rossa sporadicamente ne fanno meno uso.

Un dato preoccupante è l’aumento del consumo di latte vegetale UPF e carni finte tra vegetariani, vegani e pescetariani. Gli autori dello studio hanno sottolineato che questi prodotti ultra-processati sono promossi come alternative sane e sostenibili, ma possono essere collegati a problemi di salute come obesità, diabete di tipo 2, cancro e morte. Nonostante i vegani consumino molti UPF, la loro dieta è complessivamente più sana grazie al maggiore consumo di frutta e verdura fresca.

Prodotti arricchiti con coloranti, dolcificanti e conservanti artificiali

Lo studio, ripreso dal Daily Mail, presenta alcune limitazioni, come la bassa percentuale di vegani inclusi e la soggettività dei dati basati sui ricordi dei partecipanti. Inoltre, i cibi ultra-processati sono ritenuti una delle cause principali dell’obesità, ma il termine è considerato troppo ampio per determinare quali alimenti causino specifici problemi di salute. Infatti, i prodotti ultra-processati coprono una vasta gamma di alimenti e bevande arricchiti con coloranti, dolcificanti e conservanti artificiali, che possono essere calorici e ricchi di zuccheri. Alcuni esempi includono i pasti pronti, il gelato e persino il ketchup.

Gli autori dello studio hanno evidenziato che il consumo di UPF potrebbe riflettere problemi più ampi come la povertà, che limita l’accesso a frutta e verdura fresca. È noto che i processi industriali a cui vengono sottoposti gli UPF degradano la struttura fisica degli alimenti, rendendoli più facili da assorbire e aumentando il rischio di picchi glicemici e variazioni rapide nei livelli di zucchero nel sangue. Questo può compromettere la sensazione di sazietà e avere effetti negativi sul microbioma, la comunità di batteri benefici che vive nell’intestino e supporta la nostra salute generale.

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