Bimba di 20 mesi in ospedale in preda alle convulsioni, la scoperta shock dalle analisi: avvelenamento da cocaina. Su una bimba di 20 mesi, arrivata in ospedale in preda alle convulsioni, è stato scoperto un grave episodio di avvelenamento da cocaina. È successo nella provincia di Santa Fe, in Argentina, ne pomeriggio dello scorso sabato, 1 febbraio. La piccola ha trovato sul pavimento una polvere bianca e l’ha ingerita. Pochi minuti dopo ha avuto una crisi epilettica, che ha costretto i familiari a trasportarla d’urgenza all’ospedale Iturraspe di Santa Fe.
All’arrivo al pronto soccorso, le condizioni della bambina erano critiche e presentava segni vitali molto deboli. I medici sono riusciti a rianimarla dopo un intervento tempestivo e l’hanno sottoposta a ventilazione meccanica per diverse ore. Successivamente, è stata trasferita all’ospedale pediatrico “Dr. Orlando Alassia”, dove gli esami hanno confermato la presenza di metaboliti della cocaina nel suo organismo.
Il direttore dell’ospedale, Pablo Ledesma, ha dichiarato che la piccola è entrata in uno stato di coscienza alterata, motivo per cui è stata ricoverata in terapia intensiva con assistenza respiratoria meccanica. Tuttavia, con il passare dei giorni, le sue condizioni sono migliorate e ha potuto essere estubata, non necessitando più di supporto respiratorio. Attualmente è lucida, reattiva e in compagnia dei genitori. Sta mangiando normalmente e, in assenza di complicazioni, potrebbe essere trasferita in terapia intermedia nelle prossime 24-48 ore.
Aperta un’indagine
Gli esami neurologici, tra cui risonanze magnetiche e TAC, hanno escluso danni cerebrali o altre conseguenze gravi a lungo termine, ma i medici continuano a monitorare la sua evoluzione. Nel frattempo, la Procura di Santa Fe ha avviato un’indagine per determinare come la bambina sia entrata in contatto con la sostanza. Alcuni familiari sono stati chiamati a testimoniare e il pubblico ministero ha disposto analisi tossicologiche su tutti i membri della famiglia.
I parenti della bambina hanno negato qualsiasi coinvolgimento con il traffico di droga e hanno dichiarato di non sapere da dove provenisse la sostanza. Il comune di Santa Fe ha comunicato che i servizi di assistenza all’infanzia sono al corrente del caso, ma interverranno solo se l’indagine della Procura dovesse evidenziare la necessità di valutare l’ambiente familiare e abitativo della bambina.
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