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Distrarsi durante i pasti fa male: scoperte implicazioni su diversi aspetti

Distrarsi durante i pasti fa male: scoperte implicazioni su diversi aspetti. Distrarsi durante i pasti fa male. Proprio così, quella che nella letteratura scientifica è diventata nota come alimentazione distratta, è deleteria per diversi aspetti. Mangiare mentre si lavora o si utilizza il cellulare è diventata una pratica comune, alimentata dalla flessibilità degli orari e dei luoghi dei pasti e dalla molteplicità di distrazioni disponibili. Un articolo del Washington Post ha affrontato questa tendenza in crescita, evidenziandone le implicazioni.

Secondo Lotte van Dillen, docente di psicologia sociale all’Università di Leiden, tra il 70% e il 75% delle persone si distraggono mentre mangiano. Questo comportamento crea una dissociazione tra il consumo del cibo e la consapevolezza di ciò che si ingerisce. La sovrapposizione di attività, come l’uso di dispositivi elettronici durante i pasti, trasforma l’atto di mangiare in un’azione meccanica e utilitaristica, riducendo il godimento e il significato socioculturale del momento.

Inoltre, il mangiare distratto altera i segnali interni dell’organismo che regolano la sazietà e il piacere, portando a un aumento del consumo alimentare. Gli studi indicano che le persone distratte percepiscono meno la sazietà, mangiano di più e tornano a consumare cibo in tempi più brevi. Questo comportamento è strettamente correlato all’aumento di peso e rappresenta un fattore di rischio per l’obesità.

Le distrazioni influenzano anche la qualità dell’esperienza alimentare

I segnali di sazietà, inviati da ormoni come la leptina e il GLP-1, richiedono circa 20 minuti per raggiungere il cervello, ma il consumo distratto ne disturba la percezione. Inoltre, quando le persone sono concentrate su compiti cognitivi impegnativi, la percezione del gusto viene alterata, riducendo l’attività in aree cerebrali chiave come l’insula e la corteccia prefrontale. La disconnessione sensoriale riduce il piacere associato al cibo, aumentando il rischio di cercare compensazioni emotive e caloriche nei pasti successivi.

Per contrastare questi effetti, gli esperti raccomandano di adottare misure che promuovano un’alimentazione più consapevole. La pratica del “mindful eating” incoraggia a prestare attenzione alle sensazioni fisiche ed emotive legate al cibo, senza richiedere necessariamente di eliminare tutte le distrazioni. Ridurre al minimo le interruzioni, ad esempio spegnendo dispositivi elettronici, può aiutare a focalizzare l’attenzione sul pasto. Inoltre, la socializzazione durante i pasti può essere positiva, poiché rallenta il ritmo del mangiare e consente ai segnali di sazietà di essere percepiti meglio. In questo modo, è possibile ristabilire il ruolo del cibo come esperienza sensoriale e fonte di piacere.

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