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Gerry Scotti: “Apertura al Festival? Mi sarebbe piaciuto fare un’altra cosa. Carlo mi ha convocato per un motivo”

Gerry Scotti: “Apertura al Festival? Mi sarebbe piaciuto fare un’altra cosa. Carlo mi ha convocato per un motivo”. Gerry Scotti sull’apertura al Festival. Il conduttore lombardo, 68 anni, sarà sul palco dell’Ariston nella serata inaugurale della kermesse canora in programma il prossimo martedì, 11 febbraio. Ne parla in una intervista a ‘Il Giornale’ della quale vi proponiamo alcuni passaggi.

Il conduttore confessa subito il suo desiderio di partecipare al Festival di Sanremo non come ospite, ma come cantante. «A me il Festival sarebbe piaciuto farlo da cantante. Giuro. Anzi, se Carlo insiste molto, magari mi lancio in qualche assolo…». Se il conduttore Carlo Conti gli passasse il microfono, sceglierebbe senza esitazione un brano di Zucchero. «Intonerei un brano più bello di Zucchero, ‘Diamante’…Passare insieme soldati e spose: versi miracolosi che ci dicono che val la pena stare al mondo e ascoltare la musica».

Tuttavia, per il momento, l’attenzione è tutta rivolta all’edizione imminente del Festival. L’auspicio per Gerry Scotti è che possa essere un’edizione all’insegna della serenità. «Che sia il Festival della serenità. Sanremo è quasi una festa da calendario, una liturgia, ma c’è tanto bisogno di festa. Per questo Carlo ha convocato me e Antonella. E mi fa tanto piacere trovare sul palco Jovanotti tornato in forma».

Gerry Scotti: “Apertura al Festival? Mi sarebbe piaciuto cantare”

Non mancano, però, le polemiche, che come ogni anno accompagnano la kermesse. A tenere banco in questa edizione sono i casi di alcuni rapper, tra chi si ritira (come Emis Killa), chi viene accusato di usare un linguaggio misogino (Tony Effe) e chi fa parlare di sé per vicende personali, come Fedez. «Solite polemiche puntuali da Festival. Però, a proposito di Emis Killa, voglio dire che, in un momento in cui nessuno a tutti i livelli ha il coraggio di tirarsi indietro, è importante vederlo fare da un irriverente rapper pieno di tatuaggi: vuol dire che ha cervello. Meglio fare un passo indietro che un passo avanti e cadere dal palco…».

Si riflette poi sull’evoluzione del modo in cui i cantanti esprimono la loro rabbia, soprattutto attraverso il rap. «La musica è forse il principale modo di far conoscere agli altri una condizione di vita diversa. I nostri ragazzi delle periferie, attraverso il rap, hanno voglia di comunicare i loro disagi sociali. Bisogna ascoltarli… Ricordate quanto ci ha stupiti ‘Brividi’ di Mahmood e Blanco: penso che sia stata la più bella canzone italiana degli ultimi dieci anni. C’è sempre un diamante da scoprire…».

Per rimanere in contatto con il pubblico più giovane, il conduttore storico di Mediaset ha scelto di lanciarsi nel mondo dei social, con il supporto del figlio. «Ho cavalcato per una trentina d’anni la tv privata, ora temevo di restare sconosciuto alla nuova generazione, allora sono andato io incontro a loro. Grazie anche all’aiuto di mio figlio che mi dirige in questo percorso. Per me è stato come un flacone di vitamine».

Gerry Scotti: “Carlo mi ha convocato per un motivo”

Tuttavia, non è facile crescere nell’epoca del digitale, e i giovani sembrano costruire le loro vite su basi fragili. «Purtroppo i ragazzi poggiano su fondamenta molto fragili, sul vacuo che gli abbiamo lasciato noi figli della Milano da bere: abbiamo un bel po’ di colpa nei loro confronti. Come nonno (di Virginia, quattro anni, e di Pietro di due) sono preoccupato: spero solo che l’Ai resti un aiuto e non un dominio delle vite».

Non manca una considerazione sul possibile effetto che la sua presenza a Sanremo potrebbe avere sugli ascolti di Mediaset, ma lui esclude che possa esserci un problema. «Ma no, in quella settimana non c’è concorrenza con Mediaset. Altrimenti non avrei avuto il via libera dal mio editore. Chi vuole mi guarda. E poi torno subito indietro: sto già preparando la nuova edizione de Lo Show dei record».

Infine, quando gli viene chiesto se gli piacerebbe condurre il Festival in futuro, risponde con ironia e realismo. «Troppe cose da fare su Canale 5… Magari quando sarò in pensione: verso i 75/78 anni. Del resto (scherza) conosco già l’elenco dei prossimi conduttori: Bonolis, De Martino, poi tocca a una donna, e poi a me… Magari intanto ci torno in gara…».

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